martedì 26 febbraio 2013

Senza precedenti politici


Quello al M5S non è solo un voto di protesta. E' anche un voto di presa di coscienza. Tutti hanno capito e digerito la fine della politica, tutti tranne i politici. Troppo presuntuosi e snob, hanno peccato d'arroganza e difettato in lungimiranza. Solo un sordo non poteva sentire le urla di Grillo. Solo un cieco non poteva vedere le piazze stracolme di gente che veniva anche da lontano, a proprie spese. E il successo delle elezioni in Sicilia? E il blog di Grillo che è uno dei più visitati al mondo?  Sordi, ciechi e, con tutto il rispetto, anche un po' ottusi. Fassino incitava Grillo: formi un partito suo e vediamo quanti voti prende! La veggenza non e' il suo forte. Bastava capirlo in tempo, bastava correre ai ripari smettendola di usare un linguaggio settoriale che provoca orticarie. Bastava abbassare la testa e guardarsi intorno, scendere dal  piedistallo. La gente lo avrebbe capito. Il PD doveva candidare Renzi e cercare di liberarsi della fobia  di Berlusconi il cui successo è lievitato proprio grazie alle paure della sinistra. Sarà difficile per il M5S governare nella giungla delle leggi italiane, sara' difficile districarsi nelle stanze del potere. Ma da qualche parte si doveva cominciare e proporre candidati senza "precedenti politici" a moltissimi è sembrata la strada giusta.

martedì 5 febbraio 2013

Django


I titoli di testa e la prima scena, da soli, valgono il biglietto d'ingresso. Un America magica, nostalgica, un West di praterie e polvere, di cavalli in corsa, di colpi in canna, di selle di cuoio, un 'America che sopravvive solo nei nostri ricordi. Alla vigilia della guerra civile un cacciatore di taglie e uno schiavo di colore s'incontrano e, in uno strano sodalizio, vivono insieme gli orrori razzisti di quegli anni. Sangue e violenza, uomini che cadono come birilli, sofferenze e torture atroci, ingiustizie crudeli, la vita umana che vale poco più di niente. Leonardo di Caprio ne è l'esempio più significativo con un'impeccabile interpretazione forse dovuta proprio al ruolo insolito che ricopre. Eppure nel racconto splatter si apre uno spiraglio d'ironia, di umorismo, quasi di comicità come a dare respiro per poter arrivare fino alla fine. La violenza diventa grottesca, surreale, quasi ridicola, come chi la pratica. Le musiche di Ennio Morricone accompagnano nella visione del film forse più "film" di Quentin Tarantino. A metà sorprende, in un'atmosfera così americana, una canzone italiana: è la voce di Elisa. I dialoghi densi e per niente banali fanno il resto in una storia che racconta l'arroganza dei bianchi ma anche la cattiveria di un servitore nero. Perchè in fondo il mondo è così: nè bianco nè nero, solo umano.