tag:blogger.com,1999:blog-7109079813744703822.post7065650150672998266..comments2022-04-05T07:24:14.434+02:00Comments on Maria Grazia Mazzoni: "Campania profondo nero"Maria Grazia Mazzonihttp://www.blogger.com/profile/07356379967492724530noreply@blogger.comBlogger1125tag:blogger.com,1999:blog-7109079813744703822.post-60542977801639791202009-08-31T12:10:43.581+02:002009-08-31T12:10:43.581+02:00Mentre scrivo queste righe ho ben presente gli odo...Mentre scrivo queste righe ho ben presente gli odori ,i sapori, i colori,l’armonia dei suoni, la quiete interiore e la predisposizione di un gruppo di amici che allontanatosi momentaneamente dalla calura del caldo insopportabile di fine agosto di città, si ritrova in un borgo semplice ma raffinato a raccontarsi e sorridersi, a giocarsi e ridersi in quel modo che spesso fotografo nelle risa o nei discorsi dei miei giovani allievi che con estrema facilità parlano e ridono e si sfiorano ancora privi dei timori , delle paure e delle censure che accompagnano e segnano ogni esperienza dello uomo adulto , tali dal frenarlo a dire “si” alla vita. Eppure, sabato sera l’allegria che ho visto nell’incontro di due amiche ,la loro gioia nel rincontrarsi dopo la pausa estiva, ed ancora l’abbraccio di due giovani fanciulle adolescenti che per il semplice fatto di poter condividere il momento ridevano e si divertivano forse di quel crocchio di amici un po’ vecchiotti, mi ha predisposto ad essere spettatrice più che attrice e a godere con un certo panismo delle cose così come arrivavano, senza volerne cambiare il loro corso, perché niente strideva in quell’incontro. E così ,come spesso mi accade, quando non c’è bisogno di me, dei miei travestimenti burleschi e delle note stonate delle canzoni degli anni ’80 e ’90, intonate nel ricordo di falò estivi e degli amici vecchi che non sapranno mai che li pensi, come i nuovi che in quel momento ti vivono ignari del fatto che mille immagini e tantissimi ricordi belli e brutti si accavallano, si avvicendano , dando contenuto allo spazio e al tempo , alle grandi categorie kantiane che hanno riempito parte dei miei vuoti affettivi di quegli anni di vita universitaria lontana dalla famiglia e dagli affetti più intimi ,e così accanto alla persona che amo , che è il vero e unico aggancio tra il vissuto di ieri e la vita di oggi mi sono goduta lo spettacolo. Ebbene, anch’io in quell’istante ero ignara di ciò che gli altri come me nel loro metacognitivo potessero sentire , ma di una cosa ero certa: stavamo vivendo il nostro “qui ed ora” con estrema semplicità. La buona musica jazz del trombettista americano in Italia, anzi in Campania ci avvolgeva ,i suoi gesti che venivano fuori da ataviche vicende compromettevano la nostra resistenza ed infatti anche il più trattenuto tra noi ha cominciato , vincendo la sua timidezza iniziale , a sentire e a farsi coinvolgere dal ritmo e dal colore nero e sublime delle note di quella tromba. Lui era un Grande , ma per me anche se l’ultimo dei trombettisti, gli altri che dicono di fare buona musica, sono sempre il nulla rispetto a quella musica che racconta tutta la loro storia fatta di genocidi,razzismo e grandi dimostrazioni di coraggio. E così il mio gruppo di amici,la musica e l’aria salubre ,il mio compagno e legame da sempre , fuoco e “logos”vitale anche per altri oltre che per me, mi hanno portata a pensare che se pure con un sacco di grandi problemi, una semplice serata può essere un luogo di felicità. Abbasso le crociere organizzate, gli hotel a cinque stelle, evviva la natura e la semplicità. Come dice il filosofo:” Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me. I. Kant”. Saluti i vecchi e nuovi amici,Maria Teresa.Anonymousnoreply@blogger.com