venerdì 24 luglio 2020
venerdì 17 luglio 2020
Un libro intenso, illuminante, sofisticato e ironico. Una originale interpretazione delle sacre Scritture. La voce narrante è quella Giuda Escariota, il traditore per antonomasia. La storia è quella di Gesù vista da un'altra angolazione a dimostrazione di quante possibili chiavi di lettura possa avere la realtà. Giuda sa che sarà ricordato per sempre per i trenta denari ma sa anche che il suo tradimento è necessario : " Lui (Gesù) lo sapeva che la sua gloria sarebbe stata dovuta a quel che io pagavo in ignominia e dannazione eterna". È come dire che non c'è bene senza il male e non c'è vita senza morte.
venerdì 20 dicembre 2019
Bisogna solo andarsene
Aversa (CE). Ho provato a fare un giro a piedi stamattina. Ho rinunciato dopo aver visto auto parcheggiate anche in terza fila. Ho rinunciato dopo un furioso litigio nei pressi del tribunale di Napoli nord con una signora in un suv che sostava fregandosene di tutti gli altri che non riuscivano a passare. Ho rinunciato dopo aver visto il solito parcheggiatore abusivo che è lì da 20 anni e che ora si è appropriato di un aerea chiudendola con una rudimentale sbarra. Ho rinunciato quando ho visto che "privati" si appropiano di aeree pubbliche senza che nessuno alzi un dito. Ho rinunciato quando ho visto un mare di auto ovunque e ho sentito l'aria irrespirabile. Ho rinunciato perché mi sono sentita impotente e sconfitta.
martedì 17 dicembre 2019
La piazza della vergogna
Piazza Marconi ad Aversa è il simbolo di quello che siamo diventati. Le decennali promesse di riqualificazione sono sempre cadute nel vuoto ( sparita anche dall'ultimo piano triennale delle opere pubbliche). Terra di parcheggiatori abusivi, veri padroni del centro storico aversano, emblema di una visione miope che cementifica ogni piccolo spazio rimasto libero e abbandona una piazza bellissima ricca di storia e di cultura come piazza Marconi.
Stanotte crollo di un bruttissimo edificio abbandonato a un degrado vergognoso
mercoledì 27 novembre 2019
La vita invisibile (film)
Brasile, anni cinquanta. Nella foresta tropicale due sorelle camminano insieme e poi si perdono, tra la vegetazione fitta si cercano, ma non si trovano più. Troppi ostacoli insormontabili, troppi impedimenti. È la sintesi visiva, la metafora perfetta della storia di due sorelle tanto diverse tra loro ma legate da un profondo sentimento. Il temperamento ribelle dell’una e il carattere più mansueto dell’altra li destineranno a vite diverse , tormentate e parallele. Sullo sfondo le lotte di classe a Rio de Janeiro, simbolo del ruolo sociale granitico dei personaggi, che non hanno nessuna speranza di riscatto. La vita invisibile è quella che si sogna, è quella che la società, di ogni epoca e nazione, impone alle donne, ai loro sogni e alle loro aspirazioni. Negli anni '50, come oggi, la società patriarcale impone etichette e assegna ruoli, destinando le donne ad una drammatica e inevitabile solitudine.
giovedì 14 novembre 2019
La stanza di Anne Frank, nel film-documentario "Anne Frank- vite parallele", è riprodotta nei minimi particolari dagli scenografi del Piccolo Teatro di Milano. Sono tanti i dettagli, in questa ricostruzione, che raccontano la vita della quindicenne: le foto delle attrici famose sulle pareti, il lettino addossato al muro, il diario rosso, i piccoli diverbi con la madre e il racconto del primo bacio. Sarebbe una ordinaria storia di una normale quindicenne se fuori non ci fossero le atrocità della guerra e la follia dell'olocausto. L'attrice Helen Mirren, dalla stanza di Anne legge i passi del suo diario, una narrazione che si sovrappone ai terribili filmati dei lager, ai racconti di vari studiosi che tracciano un quadro storico preciso e alle parole di cinque donne, coetanee di Anne, sopravvissute all'orrore e oggi novantenni, le vite parallele appunto.
Come Anne nel suo diario si rivolge a un amica immaginaria, così nel film, una ragazza della stessa età, Kate, scrive sul suo smartphone domande e riflessioni alla sua amica immaginaria Anne, viaggiando in tutti i luoghi di questa tragica storia: da Parigi ad Amsterdam, da Praga ai vari campi di concentramento.
E' straziante ripercorrere la storia di migliaia di bambini che persero la vita nei campi, così straziante da renderne difficile la narrazione. Le donne sopravvissute all'orrore continuano a raccontare la loro storia perchè le testimonianze dirette sono sempre di meno e l'orrore rischia di essere dimenticato. Il monito è proprio questo: non dimenticare. Mi sono sempre chiesta come il mondo non si accorgesse delle atrocità che si commettevano nei campi di concentramento. Questo film mi ha aiutato a trovare la risposta: quelle persone erano invisibili allo stesso modo in cui lo sono oggi i bambini dei paesi in guerra agli occhi di noi occidentali, anestetizzati dal benessere.
Simbolo della memoria dell'olocausto è, nel film, il giovanissimo nipote di una sopravvissuta, che si fa tatuare lo stesso numero che la nonna aveva portato sul braccio tutta la vita.
martedì 5 novembre 2019
Il problema di questa città ( e non solo) è soprattutto il degrado culturale, morale ed etico. E i vergognosi ( e allarmanti) commenti al post del Sindaco di Aversa Alfonso Golia sull'allerta meteo ne sono la prova inconfutabile. Le testimonianze di questo degrado sono in ogni angolo, in ogni azione, in ogni gesto di mancato rispetto verso questa bellissima città.
Le foto sono di oggi. Ingresso giudici di pace interno Tribunale Napoli Nord
lunedì 28 ottobre 2019
Storia di ordinaria burocrazia
Nel lontano 2010 il servizio di igiene urbana ad Aversa (CE) viene affidato alla Senesi Spa, con sede in porto Sant’Elpidio (FM), per la durata di 5 anni dalla data di sottoscrizione del verbale di consegna, avvenuta nel 2012. Il contratto è quindi scaduto nel 2017 ma è stato più volte prorogato per il tempo necessario alla conclusione della gara di appalto per la scelta di una nuova società affidataria del servizio. Dopo varie vicissitudini si è aggiudicata il servizio di igiene urbana la Tekra srl, con sede ad Angri ( SA). Il passaggio di consegne però non è avvenuto subito tanto che le due società (Senesi e Tekra) vengono più volte invitate dal Comune ad attivare le procedure per il trasferimento di gestione, senza però ottenere alcun riscontro. E così, nel settembre 2019, il Sindaco richiede l'intervento del Prefetto di Caserta, del Prefetto di Fermo, scrive alle due società interessate e alla direzione Territoriale del lavoro. La Senesi finalmente trasmette la documentazione e la Tekra viene invitata a concludere tutti i passaggi successivi in vista della scadenza della proroga alla Senesi, fissata per il 15 ottobre 2019.
A questo punto ci si trova ad affrontare la fase effettiva del "passaggio di cantiere", che a seconda del contratto, prevede anche il passaggio degli operatori da una società all'altra ed è qui che si arena tutto.
L’epilogo ( momentaneo) di questa vicenda è nella determina dirigenziale n. 94 del 21/10/2019 dove si legge : “ considerato che il servizio di igiene urbana è un servizio pubblico essenziale che per nessuna ragione può essere sospeso o abbandonato”…si impegna in favore della Senesi complessivamente e in via presuntiva l’importo di 292.124.59...fermo restando che il rapporto deve intendersi comunque esaurito..”. In altre parole, per evitare di essere sommersi dai rifiuti durante questo tira e molla tra Senesi e Tekra, il Comune (e cioè la città) paga quasi 300 mila euro a chi dovrebbe essere fuori dai giochi dal 2017.
Mentre la burocrazia si perde in mille inutili rivoli, chi ci rimette è sempre il cittadino che continua a pagare una delle tasse sui rifiuti più alta d’Italia e continua a vivere in una città eternamente sporca, senza che qualcuno ne risulti essere direttamente responsabile.
ps avrei potuto accompagnare questo post con le centinaie di foto di rifiuti sparsi per la città che ho collezionato negli ultimi decenni ma ormai sono immagini che non fanno più notizia.
domenica 13 ottobre 2019
venerdì 11 ottobre 2019
La cultura è rispetto, prima di tutto sig Sgarbi. E’ rispetto per i luoghi, per le istituzioni che si rappresentano. E’ rispetto per i cittadini ( anche dei 5 stelle) che ti mantengono da 30 anni permettendoti di andare in giro a sputare sentenze e insulti gratuiti. Ma questo siamo diventanti; un paese dove ha ragione chi fa la voce grossa, un paese trash nell’anima. La vostra sicumera è insopportabile. I veri obesi siete voi, ingrassati con i sacrifici dei cittadini.
sabato 5 ottobre 2019
giovedì 3 ottobre 2019
Guardare Il film di Mario Martone, ispirato alla commedia in tre atti di Eduardo de Filippo, è come stare a teatro. Lo sguardo dello spettatore non riesce a spostarsi oltre la scena, lo spazio ripreso è limitato come un palcoscenico. Le case lussuose e kitch, i personaggi al limite del surreale che ricordano lo stile di Gomorra sono elementi di modernità, che riportano la narrazione al presente, ma lo spirito della commedia del grande drammaturgo resta immutato. Sullo schermo si aggiunge la forza descrittiva delle inquadrature di Napoli, città vitale e variegata dove il centro storico e la periferia si fagogitano fino a somigliarsi.
A differenza della commedia di De Filippo, il personaggio principale, Antonio Barracano,
è un uomo dei giorni nostri a metà tra un santone e un camorrista. A lui si rivolgono tutti quelli che hanno un problema da risolvere, dissapori familiari, litigi tra amici. Ma Barracano non aiuta per soldi, non mira alla ricchezza personale, è mosso dagli ideali della giustizia, dalla difesa dei più deboli, di chi non ha gli strumenti per ribellarsi alle angherie dei prepotenti.
L’interpretazione, convinta e perfetta, di Francesco Di Leva riesce a mettere al centro della scena la figura di Barracano e a rendere tutti gli altri semplici comparse. Citazione a parte per Viviana Cangiano perfetta nel suo ruolo.
Ma si puo fermare l’ingiustizia, la guerra, la violenza? L'ideale di Barracano è destinato a rimanere utopia? Un uomo solo cosa può fare? La risposta è nel finale del film. Una scena su tutte va assolutamente ricordata: la moglie del Barracano viene morsa da uno dei loro cani e finisce in ospedale, racconta l’accaduto al marito e sentenzia che quel cane è troppo violento e va abbattuto. Antonio allora le chiede: “ ma a che ora sei uscita? Era buio?” “Era buio", risponde lei, "avevo dimenticato una cosa in macchina” E Antonio laconico : “tene ragione ‘o cane”.
giovedì 26 settembre 2019
martedì 24 settembre 2019
ll film sembra essere il testamento del grande regista, un tributo al cinema firmato Quentin Tarantino. Forse per questo non è mai lineare, è un insieme di ciak che non raccontano molto. Il lungo (troppo) viaggio nei ricordi erranti nell'America delle strade che sembrano infinite e degli scenari a metà tra set hollywoodiani e luoghi reali, è intrapreso da due grandi del cinema americano, Brad Pitt e Leonardo Di Caprio. Le due icone di bellezza, ormai nella età della maturità, impersonano un attore e uno stuntman che si sono lasciati alle spalle gli anni d'oro del successo e fanno da contraltare ad una Hollywood che si avvia alla decadenza. Ma ormai dovremmo aver imparato che un cast importante non basta a rendere bello un film. Gli altri personaggi sono fumosi, sembrano entrare nella storia e poi svaniscono senza lasciare traccia, donando a tutte le scene quella inconsistenza che le condannerà all'oblio. Tutti gli spunti del racconto si perdono nella grande storia del cinema, per comporre un film brutto. Il tutto si conclude con una lunga scena splatter, che però appare manierata ed eccessiva, del tutto scollegata dal resto. Insomma un film che regala allo spettatore rari attimi di gioia. Uno fra tutti? Brad Pitt che ripara l'antenna su un tetto...senza maglietta.
domenica 22 settembre 2019
lunedì 16 settembre 2019
Tutti meritatissimi i premi conferiti al film “ Martin Eden” di Pietro Marcello.
La vicenda del giovane Martin, tratta dal romanzo di Jack London del 1908, si sposta da San Francisco a Napoli. In fondo certe dinamiche “umane” sono uguali in ogni parte del mondo. La Napoli di inizio secolo è presentata come uno scenario sfumato, dietro la storia di Martin che salva la vita al giovane Arturo Orsini, il quale, per ringraziarlo, lo invita nella sua casa presentandogli i genitori, gli amici e la sorella Elena della quale Martin si innamora perdutamente. Le differenze culturali e di classe tra i due giovani sono così evidenti che Martin decide di colmarle mettendosi a studiare. Nei libri trova ogni giorno parole nuove, legge tutto quello che gli capita. Davanti a lui si apre un mondo nuovo e capisce che il suo sogno è quello di diventare uno scrittore. Lottando ogni giorno per sopravvivere in un mondo devastato dalla povertà, Martin lavora come un mulo e studia con passione e con un impegno costante che darà i suoi frutti.
Il film sembra non avere tempo: presente, passato e futuro confondono lo spettatore che guarda incantato immagini (molte sono originali) che evocano il fascismo ma anche il boom economico, la lotta di classe e la rivoluzione industriale. Anche la colonna sonora è frutto di contaminazione perché si passa da Teresa De Sio a Debussy con una mescolanza di generi musicali sorprendente e imprevedibile.
Imprevedibile come Martin, che è passionale, assetato di amore e di vita. Questa sua pienezza lo fa sentire sempre più estraneo rispetto ad un mondo spietato, che non fa sconti nemmeno al suo riscatto sociale. La costruzione del film crea, per me, un parallello con Napoli che sembra avere le sue stesse caratteristiche: voglia di riscatto, ribellione alle regole rigide e borghesi e l’amore come filo conduttore. Una città che è come Martin, piena di passione e intelligenza, bella e piena di amore ma che non riesce a trovare la strada per il suo riscatto. Anarchico anche da un punto di vista temporale questo film contiene mille spunti di riflessione. Una bella lezione di vita.
domenica 15 settembre 2019
Al mare pensi di dimenticare per qualche ora i roghi dei rifiuti. Invece la scia di fumo nero si vede anche qui, all'orizzonte. L'incendio sembra venire dalle campagne di Villa Literno. Dai social apprendi ,poi, delle due auto incendiate ad Aversa e vedi la foto della la sua nerissima scia di fumo. Ritorni dal mare pensando all'aria che si respirera'. Ma non è finita. Sulla strada che dal mare porta a casa un fumo nerissimo e fiamme alte. Brucia il ciglio della strada insieme a tutti i rifiuti che la nostra inciviltà e la nostra incoscienza accumulano
venerdì 13 settembre 2019
Ci meritiamo tutto questo? È quello che mi chiedo ogni mattina quando percorro viale Europa ad Aversa. Anarchia totale, zero controlli, un mare di auto, aria irrespirabile. Traffico in tilt fin sopra l'asse mediano. Rifiuti, degrado. Ci meritiamo tutto questo? La risposta é piu drammatica di tutto il resto.
mercoledì 4 settembre 2019
martedì 3 settembre 2019
I fumi della Terra dei fuochi non sono solo i rifiuti che bruciano. Sono anche i fumi dei fuochi d'artificio (altamente inquinanti), che altrove si sentono e si vedono raramente, qui sono contorni immancabili di compleanni, matrimoni, feste rionali pseudo religiose, e passatempi incivili, praticati ovviamente ad ogni ora del giorno e della notte. Perché qui non c’è ordinanza che tenga, non ci sono regole di cui si possa garantire il rispetto, c’è la certezza dell’impunità. E poi visto che l'inciviltà è come i gas, occupa tutto lo spazio che ha a disposizione, chi spara i fuochi lascia tutti i residui per strada. Loro si divertono, i rivenditori di fuochi ci guadagnano e a pagare ci pensiamo noi.
Nella foto strada San Biagio, le famose cinta murarie della città di Aversa.
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