Mi tengo sempre lontana dai libri primi in classifica, perchè odio tutto quello che diventa bene di consumo. Mi sbagliavo, perlomeno, in questo caso. In "L'eleganza del riccio", di Barbery Muriel si raccontano due storie parallele: quella della portinaia Renèè e di una bambina. Entrambe appaiano agli altri quelle che non sono: si camuffano e si nascondono perchè la personalità di entrambe non corrisponde al loro ruolo sociale. Chi si aspetta di trovare una trama avvincente ne resterà deluso, perchè in queste pagine si percepisce la bellezza della cultura e dell'Arte che riscatta dalle miserie quotidiane. Il senso di questa lettura è una confortante consapevolezza: in qualunque parte del mondo, sotto ogni strato sociale, dietro ogni maschera, le persone che hanno affinità si riconoscono, senza bisogno di molte parole, senza guardarsi..
Essi sentono una "corrispondenza d'amorosi sensi".
1 commento:
Hai ragione a diffidare delle classifiche ed anche delle recensioni dei giornali. Le case editrici pagano e sono spot pubblicitari per qualsiasi pubblico... tutti tengono famiglia! Rivolgersi alle masse, ad esempio gli ottomilioni di spettatori del “grande fratello”. Peccato siano analfabeti di ritorno e non leggano (quando va bene) che “Chi” e “Sorrisi e canzoni”. D’altra parte si pubblica davvero così poco di qualità. L’unica è rifarsi ai classici, o sostare in libreria e leggere il risvolto di copertina e qualche brano qua e là... purché la musica di fondo non sia tenuta ad alto volume.
Per questo “L’eleganza del riccio”, mi posso fidare del giudizio di Graziella.
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