Un film muto e in bianco e nero, di questi tempi, è già un evento. Oggi le parole scorrono incontrollabili, svuotate di significato e di finalità comunicative. Si parla tanto per parlare, per colmare dei vuoti esistenziali ed emotivi. Il film "The Artist", non è in 3D, non è spettacolare, non ha una trama avvincente, nessun bacio, nessuna scena erotica e nemmeno una parola. Eppure quel mutismo ti riporta in un lontano mondo cinematografico, con esilaranti scene che ricordano l'ironia di Buster Keaton (il cane e il poliziotto) e Charlie Chaplin, un cinema in cui la realtà e lo sguardo dello spettatore sono i protagonisti assoluti. Un film che riafferma l'importanza della semplicità, l'inutilità degli orpelli e la sterilità delle parole.
lunedì 30 gennaio 2012
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2 commenti:
Non ho nemmeno sentito nominare il film in questione, quindi non esprimo giudizi su questo, ma la descrizione mi ha fatto pensare al passato, che si è allontanato definitivamente, con le sue cose belle o brutte. In questi momenti cosi' incerti forse il passato in bianco e nero viene visto con favore, una simpatia che è motivata dal fatto che ora lo stiamo guardando da lontano, a situzioni oramai note e risolte, visto da lontano porta con se un 'infinita' di cose positive, non come il futuro, che è colorato di nera incertezza. Anche un film puo' fare pensare al passato, in fondo li è racchiusa la nostra storia personale, ma anche di cittadini.Bentornata Graziella, fuori ha iniziato a nevicare, la prima dell'anno da me, almeno è ancora bianca.
Il film non si sente nominare perchè si parla di quelli che devono incassare al botteghino, i film che non ti fanno pensare e riflettere, quelli pieni di luoghi comuni e di banalità.
Qui non nevica mai, caro Marco.
Sono felice di trovarti a ogni mio ritorno.
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