Il film di Nanni Moretti “ mia madre” è intriso di quella cultura di sinistra radical chic che guarda il mondo dall’alto in basso, che racconta noiosamente la vita in un linguaggio lento, caricaturale ed ermetico quasi a sottolinearne la comprensibilità solo per un elite di persone. La classe operaia è solo un pretesto per dire “ io sono di sinistra” cosi come le nevrosi dei personaggi. Durante le scene girate nell’ ospedale con grandi finestre e un’atmosfera ovattata, ho pensato a una mia amica che, in questi giorni, ha la madre parcheggiata su una barella in uno dei tanti vergognosi ospedali italiani. Quello è stato l’unico momento in cui mi sono commossa.
giovedì 30 aprile 2015
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento