Anche i film sono diventati prodotti di consumo: pubblicizzati fino alla noia, puntualmente ti deludono. È il caso del film "Napoli velata", del regista turco Ozpetek. Un film che testimonia solo l'ambizione del regista che tenta di trattare temi forti come la morte e il soprannaturale ma che resta invischiato in una trama ridicola, azzardata e sfuggente. Le scene sono slegate l'una dall'altra con sviluppi affrettati e infantili. I dialoghi sono di una banalità agghiacciante, i personaggi, inutili e pretestuosi, servono solo a mortificare la bravura degli attori, come Giovanna Mezzogiorno. Stendiamo un "velo" pietoso sulla prima lunga scena iniziale di sesso, inspiegabile e inopportuna. Unici brevi momenti di bellezza sono le inquadrature della città monumentale. Anche l'immagine di Napoli però viene fuori sbiadita e distorta, una Napoli incomprensibile, esagerata, raccontata da qualcuno che sembra non conoscerla direttamente. Una Napoli, appunto velata, che resta misteriosa e intelligibile, come tutto il film.
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