Il libro di Roberto Saviano “ Gomorra “ ormai lo conoscono tutti . Conobbi l’autore a Mantova durante il festival della letteratura. , prima del suo forzato esilio. Arrivai un po’ prima , a quell’incontro. La cornice era bellissima : una corte di un palazzo antico . Un palazzo antico tenuto bene, rispettato , amato come succede sempre al nord. ( Noi i centri storici li abbiamo distrutti ) M’impressionò molto vedere quel ragazzo passeggiare in attesa dell’inizio della conferenza. Parlava con un uomo e io avrei pagato oro per sentire cosa si dicevano. La conferenza iniziò e il finale fu davvero imprevedibile. Dopo quello che disse Saviano , a catena, s’innescò una tale commozione che molti piansero. Piangevano per la rabbia, per l’impotenza , per il dolore . Saviano aveva finalmente tolto il coperchio e il cattivo odore non risparmiava nessuno . Nemmeno nel cuore del nord. Con il suo libro in mano mi avvicinai a lui. Mai visti occhi così. Lui autografò il libro e io gli passai una lettera che gli avevo scritto . Lui la prese e la ripose nel taschino della camicia. Sono sicura che la lesse. Ogni tanto mi piace parlare di Saviano , che oggi vive sotto scorta . Per il suo coraggio, la sua lucidità. Noi siamo un popolo dalla memoria a breve termine . Perciò è utile, periodicamente , ritornare su certi argomenti.
E ricordare.
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