mercoledì 13 febbraio 2008


Tutte le volte che sento parlare di politica mi viene da sorridere.
Mi chiedo quante persone , quanti intellettuali, quanti politici, e quanti comici sanno che cosa significa vivere in Campania. Se dal resto dell'Italia si è levato un liberatorio " vaffanculo" che cosa dovremmo dire e fare noi campani ? Chi mai potrà restituirci la nostra dignità, il nostro diritto alla vita? Qui è come vivere quotidianamente in un romanzo di Kafka: nessuno sa niente, nessuno può fare niente, nessuno vede niente. Le persone perbene sono chiuse in casa, perché fuori non si riconoscono più in niente. Ho letto da qualche parte che un popolo è sconfitto dall'invasore non quando vede la sua terra conquistata ma quando assorbe usi e costumi dell'invasore.
E noi lo abbiamo fatto.
Oggi non siamo più niente.
Anni di politica delinquenziale e di camorra ci hanno abituati al " BRUTTO" ; camminiamo tra la spazzatura senza farci più caso, ci derubano sotto casa , a giorni alterni, e ci consoliamo pensando …che non è successo niente di grave ......
L'elenco di episodi surreali è lungo , ma chi mi crederebbe ? Chi crederebbe che un vigile può rispondere a una cittadina che si lamenta per un suo sacrosanto diritto con una frase ironica ma significativa come:
“signò..ma credete di stare in Svizzera?”
Roma è lontana, la politica è lontana.Ma il vaffanculo è arrivato anche qui nella terra di nessuno.

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