Da molto tempo scrivo della terra di nessuno, della terra dei fuochi, della terra della camorra ma solo adesso mi accorgo che la Campania è anche "La buona terra". Il libro di Gianni Solino è un viaggio tra quelli che vivono affinchè "la bellezza tolga spazio all'inferno"(R. Saviano). Nella terra di don Peppino Diana molti lavorano solo per questo scopo, perchè qui, ogni giorno, si combatte una nuova battaglia di una guerra che non sembra avere fine, perchè qui la libertà è un diritto negato, perchè qui bisogna ricostruire una nuova cultura sulle macerie dei fuochi dei rifiuti e sul sangue dei morti ammazzati, perchè qui è difficile anche gestire i beni confiscati alle mafie. Le storie del libro sono collegate da una scia invisibile di passione, di voglia di riscatto ma soprattutto di amore verso questa bellissima terra. Storie difficili di emigrati sfruttati, storie di disagi, di violenze, di solitudine e abbandoni, di emarginazione e di dolore. Ma nella terra di don Peppino Diana è facile curare le ferite perche' nessuno, in questo, è più bravo di noi.
L'Espresso
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