Gli unici affari che vanno sempre bene, che non conoscono crisi, che se ne fregano del Pil, dei dati statistici sull’occupazione e di tutti i mezzi di distrazione di massa che i giornali ci propinano ogni giorno, sono quelli dell’Ecomafia. E’ quanto emerge dal sempre interessante rapporto annuale di Legambiente. Sulla distruzione dell’ambiente ci lucrano tutti: ben 16,6 miliardi di euro, 2,5 in più rispetto all’anno precedente , gli “ambiti” prediletti sono il ciclo illegale del cemento e dei rifiuti, filiera agroalimentare e racket degli animali. La Campania domina la classifica regionale delle illegalità ambientali con 3.862 illeciti e quella delle illegalità nel ciclo del cemento con 1.169 infrazioni. A gonfie vele anche le archeomafie racket legato alle opere d’arte e ai reperti archeologici ( chissà perché mi viene in mente la bellissima chiesa della Maddalena ad Aversa) Manco a dirlo la regione più esposta all’aggressione dell’archeomafia è la Campania, con il 16,6% di opere d’arte rubate. In leggera crescita anche i delitti contro gli animali e la fauna selvatica con 7291 reati Unico dato positivo del rapporto sono i buoni risultati della legge 68/2015 sugli ecoreati, che sin dall’inizio della sua entrata in vigore , nell’anno 2015, sta stando un contributo fondamentale nella lotta agli ecocriminali.
Insomma i numeri preoccupanti ma anche la tipologia dei reati (come il racket degli animali) dimostra che la corruzione resta il problema principale di questo paese. Un Paese che per decenni ha pensato solo alla “legalità” imbrigliandosi in un sistema burocratico fatto di leggi e leggine, puntualmente raggirate, trascurando i concetti di civiltà e di moralità e di una cultura radicalmente diversa. Perchè il rispetto dell'Ambiente, a cominciare dalla politica, è soprattutto un dovere morale.
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