Caronte traghettava nell'Ade le anime dei morti: "Io vi porto sull'altra riva nel buio eterno". Bernardo Iovine in "Campania infelix" chiama così le persone che in questi mesi lo hanno guidato negli inferi campani. Durante questa lettura due sono le considerazioni che ho fatto più frequentemente: è un libro che dovrebbero leggere tutte quelle persone (soprattutto del nord) che pensano, solo per mancanza d'informazione, che i campani non hanno mai protestato, e l'altra più che una considerazione è una domanda che mi sono fatta: conviene sapere di questi orrori? Non tutti abbiamo la stoffa degli eroi, o dei giornalisti e la riconferma della drammaticità campana, ti rende il quotidiano insopportabile. Ma qui, ormai, non ci sono più risposte, solo domande che si accavallano, si moltiplicano, lievitano, fino a diventare un sentimento che ti confonde le idee, ti fa crollare le certezze, e ti fa smettere di sognare. Qualche mese fa pensai di avere esagerato chiamando una mio video L'olocausto campano. Ho cercato sul vocabolario la parola olocausto:presso gli antichi, sacrificio religioso in cui la vittima veniva interamente bruciata; sacrificio, offerta totale . Allora Olocausto è la parola giusta. Una terra e la sua gente bruciata, vittima sacrificale di un mondo con leggi spietate e disumane.
Amara terramia.
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