Sono stata invitata, oggi, a un incontro di un comitato di cittadini col difensore civico di Aversa, dott. Nicola Cantone e, inaspettatamente, col neo vice sindaco dott. Nicola De Chiara. Ogni volta che si parla di diritti i fronti diventano subito due; da una parte le istituzioni statiche e impotenti, e dall'altra parte i cittadini esasperati che non vogliono più sentire ragioni. Le esigenze degli aversani sono tante: il verde pubblico inesistente, la raccolta differenziata dei rifiuti che non parte, il randagismo (siamo ancora a questo), le strade sporche. E le risposte dei nostri dipendenti , per dirla alla Grillo, sono rimandi, citazioni di leggi, e verbi al fututo ( faremo) o al passato ( non hanno fatto ). Nessun verbo è al presente. Con la rabbia che abbiamo noi campani per i veleni sparsi sulla nostra terra, per il degrado anche morale, per i roghi continui che bruciano le ultime speranze rimaste, come si fa a mantenere la calma? Ho cercato di spiegare che il vero cambiamento è questo: spezzare questo circolo vizioso, e partire da un punto qualsiasi. E' molto difficile sedare la collera. Una signora non più giovanissima mi ha fatto molta tenerezza perchè mi ha detto : io ho vissuto la guerra, ma adesso è peggio. Un'altra ha letto la lettera che è stata inviata a molte istituzioni e giornali e al punto che denunciava l'emergenza sanitaria di questa terra ha avuto un attimo di esitazione, una commozione, una rabbia violenta, che è stata costretta a reprimere per non cadere nel patetico.
(il dipinto "Il labirinto" è di Leonardo Roperti)
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