domenica 21 febbraio 2010

Opinioni di un clown

Generosi spunti di riflessione offre l'attualità in questi giorni. Temi più o meno seri; dalla penosa vicenda di Bertolaso al casareccio festival di Sanremo. Un unico filo conduttore: un generale decadimento morale, l'idolatria del denaro, l'assenza totale di senso critico. E non brilliamo nemmeno in originalità, si commettono sempre gli stessi errori, cambia solo il contesto storico. Allora è meglio leggere. Heinrich Boll è uno scrittore tedesco, premio Nobel per la letteratura nel 1972, dissidente e spietato censore della Germania nazista. Hans Schnier è il protagonista del romanzo "Le opinioni di un clown", la sua vicenda si svolge in un arco temporale brevissimo, tre ore durante le quali Hans ripercorre le vicende salienti della sua vita; dalla morte dell'amata sorella, alla perdita della sua compagna Maria che lo ha lasciato. Hans è figlio di quella ricca e insensibile borghesia tedesca che negli anni terribili della guerra non è stata sufficientemente ostile alle pazzie del nazismo e che, dopo gli orrori della guerra, finge un pensiero positivo di rinascita che necessita però di un’annichilimento della memoria. Hans però non ha dimenticato. In un mondo che vive solo di maschere e pregiudizi, decide di fare il clown. Paradossalmente proprio lui, ferocemente contrario alle ipocrisie dei cattolici e alla falsità della borghesia, decide d' indossare una maschera per sopravvivere. E mentre tutti continuano la loro vita calati in ruoli da ipocriti Hans finisce col chiedere l'elemosina alla stazione. Il suo viso da clown è l'unico che ha deciso di non scendere a compromessi e di vivere senza maschera.

mercoledì 10 febbraio 2010

Il terzo gemello

I libri di Ken Follett servono a non pensare. Perchè ti catturano nella loro trama, in storie affascinanti e intriganti. Quando lessi il suo voluminoso "I pilastri della terra" ne fui completamente catturata e lo portavo dovunque; ricordo che leggendolo su una sdraio al mare un ragazzo si avvicinò e mi chiese a che punto ero e che cosa faceva Tom (il protagonista del romanzo). "Il terzo gemello", sempre di Follet, è più' breve ma ugualmente avvincente. Il mondo descritto è quello dell'ingegneria genetica: Jeannie Ferrami, incaricata di condurre uno studio sui gemelli per conto di una università, vuole capire se due gemelli separati alla nascita e sistemati in ambienti differenti possano presentare delle somiglianze nel carattere. Insomma quanto incide sulla nostra personalità l'ambiente e il nostro codice genetico? Ken Follet usa un linguaggio scorrevole ma non banale, la trama è coinvolgente ma abbastanza prevedibile, i personaggi ben delineati. Insomma è come quei thriller che si vedono in televisione senza grosse pretese e sorprese ma che ti fanno passare qualche ora piacevole in poltrona. Senza pensare.
Un abbraccio per Adele.

domenica 7 febbraio 2010

L'emblema

Ci sono dei luoghi che sono dei simboli. Quello che vedete nella foto è il Municipio di Aversa (CE). Ieri sera sono passata sotto questi portici: vari gruppi di ragazzini erano intenti a distruggere tutto: qualcuno scriveva sui muri, uno disegnava sul marmo a terra con una bomboletta spray e un altro gruppo accendeva un piccolo falò accanto a un pilastro. Avete letto bene: un falò. Mi sono guardata intorno cercando dei vigili (speranza morta sul nascere), allora li ho richiamati io, qualcuno è scappato, qualcuno ha attirato l'attenzione di ragazzi più grandi. Ho capito che era inutile protestare, troppa indifferenza intorno a me. Ho pensato a quante volte è stata rifatta la facciata a quell'edificio, ho pensato che sarebbe cosi semplice difendere il decoro di quelle mura, emblema di una città e di un modus vivendi.
E ho pensato a quello che dice Roberto Saviano: "l'inferno sottrae territorio alla bellezza"