mercoledì 27 novembre 2019



La vita invisibile (film)
Brasile, anni cinquanta. Nella foresta tropicale due sorelle camminano insieme e poi si perdono, tra la vegetazione fitta si cercano, ma non si trovano più. Troppi ostacoli insormontabili, troppi impedimenti. È la sintesi visiva, la metafora perfetta della storia di due sorelle​ tanto diverse tra loro ma legate da un profondo sentimento. Il temperamento ribelle dell’una e il carattere più mansueto dell’altra li destineranno a vite diverse , tormentate e parallele. Sullo sfondo le lotte di classe a Rio de Janeiro, simbolo del ruolo sociale granitico dei personaggi, che non hanno nessuna speranza di riscatto. La vita invisibile è quella che si sogna, è quella che​ la società, di ogni epoca e nazione,​ impone alle donne, ai loro sogni e alle loro aspirazioni. Negli anni '50, come oggi, la società patriarcale impone etichette e assegna ruoli, destinando le donne ad una drammatica e inevitabile solitudine.

giovedì 14 novembre 2019

La stanza di Anne Frank, nel film-documentario "Anne Frank- vite parallele", è riprodotta nei minimi particolari dagli scenografi del Piccolo Teatro di Milano. Sono tanti i dettagli, in questa ricostruzione, che raccontano la vita della quindicenne: le foto delle attrici famose sulle pareti, il lettino addossato al muro, il diario rosso, i piccoli diverbi con la madre e il racconto del primo bacio. Sarebbe una ordinaria storia di una normale quindicenne se fuori non ci fossero le atrocità della guerra e la follia dell'olocausto. L'attrice Helen Mirren, dalla stanza di Anne legge i passi del suo diario, una narrazione che si sovrappone ai terribili filmati dei lager, ai racconti di vari studiosi che tracciano un quadro storico preciso e alle parole di cinque donne, coetanee di Anne, sopravvissute all'orrore e oggi novantenni, le vite parallele appunto.
Come Anne nel suo diario si rivolge a un amica immaginaria, così nel film, una ragazza della stessa età, Kate, scrive sul suo smartphone domande e riflessioni alla sua amica immaginaria Anne, viaggiando in tutti i luoghi di questa tragica storia: da Parigi ad Amsterdam, da Praga ai vari campi di concentramento.
E' straziante ripercorrere la storia di migliaia di bambini che persero la vita nei campi, così straziante da renderne difficile la narrazione. Le donne sopravvissute all'orrore continuano a raccontare la loro storia perchè le testimonianze dirette sono sempre di meno e l'orrore rischia di essere dimenticato. Il monito è proprio questo: non dimenticare. Mi sono sempre chiesta come il mondo non si accorgesse delle atrocità che si commettevano nei campi di concentramento. Questo film mi ha aiutato a trovare la risposta: quelle persone erano invisibili allo stesso modo in cui lo sono oggi i bambini dei paesi in guerra agli occhi di noi occidentali, anestetizzati dal benessere.
Simbolo della memoria dell'olocausto è, nel film, il giovanissimo nipote di una sopravvissuta, che si fa tatuare lo stesso numero che la nonna aveva portato sul braccio tutta la vita.




martedì 5 novembre 2019


Il problema di questa città ( e non solo) è soprattutto il degrado culturale, morale ed etico. E i vergognosi ( e allarmanti) commenti al post del Sindaco di Aversa Alfonso Golia sull'allerta meteo ne sono la prova inconfutabile. Le testimonianze di questo degrado sono in ogni angolo, in ogni azione, in ogni gesto di mancato rispetto verso questa bellissima città. 
Le foto sono di oggi. Ingresso giudici di pace interno Tribunale Napoli Nord