sabato 12 marzo 2016

Trivelle

Nel settembre del 2015 dieci consigli regionali hanno promosso sei quesiti referendari sull’estrazione degli idrocarburi in Italia. La cassazione ha riesaminato i quesiti e ne ha dichiarato ammissibile solo uno, gli altri sette sono rientrati nella legge di stabilità. I consigli regionali contestano al governo di aver legiferato su una materia che è di competenza delle regioni in base all’articolo 117 della costituzione. A questo punto si è messa in moto la macchina burocratica che quando si tratta di minare la sovranità popolare, diventa efficientissima. Quindi il 17 aprile il quesito referendario chiederà: “Volete che, quando scadranno le concessioni, vengano fermati i giacimenti in attività nelle acque territoriali italiane anche se c’è ancora gas o petrolio?”. Il quesito riguarda solo la durata delle trivellazioni già in atto entro le 12 miglia dalla costa, e non riguarda le attività petrolifere sulla terraferma. Per essere valido il referendum deve raggiungere il 50% degli aventi diritto."Altro tema il valore vergognosamente basso con cui sono svendute le nostre risorse. Un confronto tra quanti soldi ci danno i trivellatori e di quanto varrà il petrolio estratto è impressionante. Inoltre la cessione di sovranità non garantisce che potremo usare noi il Nostro petrolio" come mi scrive Federico Valerio. Se vince il fronte del "sì" verranno bloccate le concessioni alla scadenza dei contratti. Il 17 aprile dobbiamo andare a votare si. Per difendere il nostro mare, perchè l'ambiente è un bene di tutti, perchè la politica smetta di trattare i temi ambientali come capricci di pochi pazzi. Andare a votare vuol dire far capire a questo governo, che sopravvive grazie ai voti di fiducia, ai canguri e alle ghigliottine, che i cittadini ci sono ancora e hanno un grandissimo potere, quello del voto. Il meetup 5 stelle di Aversa sarà presente a via Roma, nei fine settimana, con gazebo informativi su questo e altri argomenti. Venite a trovarci, non lasciatevi distrarre. " La libertà è partecipazione"

venerdì 11 marzo 2016

Come Birilli

Cadiamo come birilli. Quando non ci ammaliamo viviamo nel terrore anche solo per un mal di testa. I nostri ospedali sono pieni di giovani vite rovinate, di genitori disperati, di figli rimasti soli. Non ci chiediamo nemmeno più di che cosa si muore. Noi, figli sciagurati di questa bellissima terra campana, incapaci di difenderla e di proteggerla, incapaci di curarla e amarla, siamo diventati insensibili, anestetizzati dagli orribili centri commerciali e dalla ignobile politica locale e nazionale. Ci limitiamo a contare i morti, a raccontare storie di malattie e a convivere con le nostre paure. E’ proprio vero, ci si abitua a tutto. Ma gli uomini dimenticano, la terra no.

martedì 1 marzo 2016

I non problemi


I mezzi di distrazione di massa sono raffinati. Le unioni civili, il bambino di Vendola, sono temi importanti, certo, ma sono dei "non problemi". Una società meno ipocrita e bigotta si farebbe domande sul referendum del 17 aprile prossimo, sui droni americani partiti dalla base siciliana di Sigonella con il via libera di un governo che dovrebbe “ripudiare la guerra”, sull’avidità delle banche che non si faranno scrupoli a pignorare la prima casa. Una società meno ipocrita non avrebbe tempo di pensare al figlio di Vendola, ma si addolorerebbe per una Taranto che si scopre essere sempre più inquinata o per una Campania avvelenata dalle industrie e dalla politica compiacente. Una società meno ipocrita si farebbe più domande sulla qualità della vita nelle nostre città e su uno dei più importanti diritti negati: quello alla felicità.