mercoledì 29 agosto 2012

Test


Quando si parla di bene comune si pensa all'acqua, alla salute a una piazza, a  quei beni che   sono di tutti e come tali non appartengono allo Stato nè, tantomeno,  ai privati. Questo principio elementare si conosce anche in Italia ma, come spesso dico, sappiamo la teoria e ignoriamo la pratica. Anche l'istruzione è un bene comune e, anche questo,in modo silente e subdolo, ci viene tolto.  Scrive Ugo Mattei nel suo bel saggio "Beni comuni" :" I requisiti di entrata nelle università migliori sono sempre piu' legati ai punteggi ottenuti in speciali test (amministrati, a pagamento, da corporation private) che ovviamente finiscono per favorire chi proviene da un background privilegiato e può permettersi  tutors e corsi preparatori privati. [...] Questo modello privato spettacolare, pubblicizzato in tutto il mondo, seduce chi non è dotato di senso critico. In effetti, i rampolli delle elites globali affollano le università statunitensi (e tra poco anche quelle italiane) convinti di aver superato selezioni durissime, in molti casi inesistenti , visto che pagano full fees in programmi di master in sostanza loro riservati. [...]Il sapere critico non si produce in ambienti competitivi, ma prospera in comunità solidali, tendenzialmente egualitarie, portate a non riprodurre la retorica dei vincitori. Il sapere critico non può essere accessibile soltanto a chi abbia passato dei test confezionati da società multinazionali o a chi possa pagare. Il sapere critico include e non esclude, non può essere collocato in vendita sul mercato. Come ogni bene comune, il sapere critico, non è nè di Stato nè privato, sia esso università, giornale, radio o televisione,  ma appartiene a tutti e da tutti deve essere sostenuto."  Solo per partecipare ai test si spende dai 50 ai 150 euro e alla prova ci si deve presentare con il mav di pagamento. Ci fanno credere di essere dei privilegiati (potendo pagare) ma, in realtà, abbiamo rinunciato inconsapevolmente (?) a un altro Bene Comune.  Corriere della sera
P.S. Grazie al dott. Alfredo di Franco per avermi segnalato il libro di Ugo Mattei.

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