mercoledì 14 novembre 2012

Il Pubblico



Decenni di televisione ci hanno trasformato in pubblico. Non più esseri che pensano ma consumatori insaziabili. Non più cittadini ma sudditi, nessun uomo libero, solo servi. Poche menti attive, molte passive. Il pubblico ride, si diverte, si commuove, e si arrabbia, addirittura,  ma non è più in grado di scegliere, troppi condizionamenti dopo un prolungato lavaggio del cervello. Il pubblico sa che è tutta una finzione ma applaude lo stesso. Mi ha impressionato molto ascoltare i candidati delle primarie per il PD. Su un canale privato la scenografia era simile a un  talent show, lo stile  americano con i  tempi uguali per tutti, uno spettacolo di prima serata, in un  paese che ha alle spalle il vuoto. Come se  il Rinascimento non ci fosse mai stato. Pasolini  odiava la televisione e parlava dei "Medium di massa che non possono che mercificarci e alienarci". E cosi è stato. Un pubblico vero per una realtà finta.

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