lunedì 29 febbraio 2016

Lo chiamavano Jeeg Robot


Dopo inutili tentativi di film nostrani che raccontano la storia di un supereroe, “Lo chiamavano Jeeg Robot” di Gabriele Mainetti fa centro. E’ un trionfo di cinema, di recitazione, di scene, di richiami di memoria. Due ore di puro divertimento senza una sbavatura, senza inutili pretese. Tutto è al posto giusto; le inquadrature, le parole, le facce dei personaggi. Caratteri precisi e inequivocabili, musiche sommesse e una Roma reale, del malaffare e del kitsch . I super poteri che il protagonista Enzo Ceccoti, criminale di borgata, si ritrova dopo un bagno nel Tevere, non lo cambiano. Egli conserva per tutto il film quell’aria disperata, fallita e triste e resta un uomo marchiato a fuoco dalla sua origine popolare.

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