sabato 28 luglio 2018

“Grave la confusione sui dati dopo l’ultimo incendio in Terra dei Fuochi.
Come a San Vitaliano, così a Caivano. Al cospetto di incendi di materiale altamente inquinante, con un fumo nero che si leva nell’aria per giorni ad un’altezza di oltre 50 metri, l’agenzia regionale rassicura tutti e invita alla tranquillità. A fronte di un odore nauseabondo che satura l’area di molti comuni circostanti, con cittadini che lamentano malori, l’Arpac va in controtendenza e sostiene che non c’è nulla da temere in quanto l’aria sarebbe pulita. Un paradosso sconfessato dall’Asl, che consiglia tutti di starsene tappati in casa, di lavare bene frutta e verdura e dirottando pazienti verso altri presidi, e dai medici dell’Isde, che denunciano un danno per la salute acuto e persistente per almeno 7 anni per quanti vivono nel raggio di 3 chilometri dalla nube tossica di Caivano. Annunci che costringono il commissario straordinario dell’agenzia regionale a compiere un clamoroso dietrofront. Una confusione con conseguenze devastanti per la salute dei cittadini”.
“Da sei anni l’Arpac è in regime di commissariamento. Ci chiediamo quali siano gli obiettivi affidati al commissario e in che tempi avrebbero dovuto essere raggiunti. Secondo quanto emerso dalle audizioni in Commissione trasparenza, allo stato gli atti del commissario non passano al vaglio della Direzione generale ambiente regionale. E’ necessario uscire dal commissariamento e nominare gli organi ordinari previsti dalla legge regionale istitutiva dell’Arpac (legge 10 del 1998), ovvero un direttore regionale e un Cori (Comitato regionale di indirizzo) nel quale sono rappresentati Regione, Province e Comuni e che ha funzioni di controllo sugli atti e le attività dell’agenzia regionale. Alla luce di quanto sta accadendo e della grave confusione, con flussi di notizie contraddittori, emersa all’indomani dei roghi di Caivano e San Vitaliano, è necessario dotare un ente con enormi responsabilità come l’Arpac, di un organigramma definito e sotto il controllo di enti territoriali, in luogo di una posizione dalla quale è possibile operare in totale autonomia, con conseguenze per la salute di tutti” Marì Muscarà (consigliera regionale m5s)

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