giovedì 14 novembre 2019

La stanza di Anne Frank, nel film-documentario "Anne Frank- vite parallele", è riprodotta nei minimi particolari dagli scenografi del Piccolo Teatro di Milano. Sono tanti i dettagli, in questa ricostruzione, che raccontano la vita della quindicenne: le foto delle attrici famose sulle pareti, il lettino addossato al muro, il diario rosso, i piccoli diverbi con la madre e il racconto del primo bacio. Sarebbe una ordinaria storia di una normale quindicenne se fuori non ci fossero le atrocità della guerra e la follia dell'olocausto. L'attrice Helen Mirren, dalla stanza di Anne legge i passi del suo diario, una narrazione che si sovrappone ai terribili filmati dei lager, ai racconti di vari studiosi che tracciano un quadro storico preciso e alle parole di cinque donne, coetanee di Anne, sopravvissute all'orrore e oggi novantenni, le vite parallele appunto.
Come Anne nel suo diario si rivolge a un amica immaginaria, così nel film, una ragazza della stessa età, Kate, scrive sul suo smartphone domande e riflessioni alla sua amica immaginaria Anne, viaggiando in tutti i luoghi di questa tragica storia: da Parigi ad Amsterdam, da Praga ai vari campi di concentramento.
E' straziante ripercorrere la storia di migliaia di bambini che persero la vita nei campi, così straziante da renderne difficile la narrazione. Le donne sopravvissute all'orrore continuano a raccontare la loro storia perchè le testimonianze dirette sono sempre di meno e l'orrore rischia di essere dimenticato. Il monito è proprio questo: non dimenticare. Mi sono sempre chiesta come il mondo non si accorgesse delle atrocità che si commettevano nei campi di concentramento. Questo film mi ha aiutato a trovare la risposta: quelle persone erano invisibili allo stesso modo in cui lo sono oggi i bambini dei paesi in guerra agli occhi di noi occidentali, anestetizzati dal benessere.
Simbolo della memoria dell'olocausto è, nel film, il giovanissimo nipote di una sopravvissuta, che si fa tatuare lo stesso numero che la nonna aveva portato sul braccio tutta la vita.




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