venerdì 1 ottobre 2010

Buon Compleanno

Ore 23,45 è finito un altro giorno. La solita stanchezza. Il solito odore acre di un incendio di pneumatici in lontananza. La solita disperata tristezza. Quasi mezzanotte. I pensieri si allontanano, sfuma la rabbia. Sto per chiudere finalmente gli occhi. Un rumore infernale mi fa balzare di scatto. Che diavolo è? Il solito compleanno festeggiato nel bar qui sotto.. Si, perchè qui, nella terra di nessuno, in pieno centro, le feste si fanno cosi, canti e balli e fuochi d'artificio rigorosamente dopo la mezzanotte (tutto ovviamente senza uno straccio di permesso). I fuochi colorati arrivano agli ultimi piani, sfiorano le finestre e ricadono su un povero giardino che i condomini tentano di tenere ancora in vita. L'anno scorso, dopo l'ennesimo festeggiamento, andò in fumo una bellissima palma. La rabbia, cosi faticosamente tenuta a bada per tutto il giorno, ritorna a galla. Che fare? e che puoi fare? Mi vengono in mente i miserabili verghiani, cosi arresi e indifferenti a un destino già segnato. Domani sembrerà di aver dimenticato, invece ti troverai sul marciapiede scatoloni bruciati dei fuochi d'artificio, perchè resteranno lì, abbandonati come prova tangibile della "loro" forza e della tua impotenza.

1 commento:

ghetti marco ha detto...

Un compleanno che è meglio non festeggiare, ma oramai siamo stati vinti noi. Se ascolti anche in modo distratto un tg, ti rendi conto in che tempi viviamo. Stasera al tg regionale romagna, hanno detto che il gestore della multisala di Forlimpopoli, è morto d'infarto, perchè aveva litigato con una cliente di anni 37, perchè non voleva cedere la poltrona dove si era seduta per vedere il film, alla persona che aveva il biglietto prenotato con quel numero. Ma si puo' morire per questo? I tempi sono pazzi, come le persone che in essi vivono. O forse i pazzi siamo noi?? Che vorremmo il ritorno a quando vi era il rispetto per l'altro, vi era maggior educazione, una maggiore solidarieta' tra vicini, o compaesani, insomma il ritorno a quella che era la civilta' contadina, ora non restano nemmeno i contadini, si chiamano " imprenditori agricoli", un nome una presa...... in giro.saluti Graziella.