lunedì 7 novembre 2011

G. Faletti


Ho appena finito di leggere "Appunti di un venditore di donne" di Giorgio Faletti e penso che la critica letteraria italiana solo per snobismo non riconosca definitivamente che è veramente un bravo scrittore. Nei corsi di scrittura creativa s'insegna che i primi due righi di un libro, l'ncipit, fanno scegliere al lettore di andare avanti oppure no. In questo caso basta il primo rigo per decidere di andare fino in fondo. La storia di Bravo, il protagonista, è ambientata a Milano, in una Italia che sta vivendo i drammatici anni di piombo, il sequestro Moro, i comunicati delle Brigate Rosse. "Bravo" di mestiere vende le donne e questo gli fa avere molti contatti con la gente che conta; gli interessi economici, la piccola e grande criminalità, la politica corrotta, l'informazione ipocrita, " il caso e il caos" fanno da sfondo a una vicenda un pò romanzata ma umanissima che tiene col fiato sospeso fino alla fine. Si racconta come la realtà e la verità siano manovrabili e controllabili e come sui giornali si decide di far apparire solo quello che si vuole divulgare mentre tutto il resto diventa "segreto di Stato". Le vicende del protagonista riportano agli anni '70 durante i quali, tra rapimenti e stragi, si sono decisi i delicati equilibri dell'Italia di oggi. Personaggi caratterialmente ben delineati, varietà di sentimenti e sensazioni, colpi di scena rendono la lettura di questo libro davvero piacevole.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

L'ho letto anche io tempo fa e mi è piaciuto moltissimo. Sono daccordo con te sulla bravura di Faletti: anche in questo caso non si è smentito.
Un abbraccio. Adele

Maria Grazia Mazzoni ha detto...

sui libri e sui film io e te ci
"ritroviamo" sempre.