giovedì 24 maggio 2018




Oggi è il mio compleanno. Il tempo è inesorabile e soprattutto “ democratico”. Passa per tutti. Grazie a tutti per gli auguri. 
Ieri ho visto “Dogman” di Matteo Garrone. Un film duro, asciutto, con una fotografia da oscar. Se si potesse definirlo con una sola parola direi “ ruggine”. In quel film tutto sembra arrugginito; l’ambiente, i personaggi, persino i cani. Chi è campano riconosce subito la location: Castel Volturno e Pinetamare. La storia ispirata a un fatto di cronaca di 30 anni fa, è raccontata da Garrone come se l’avesse passata in un setaccio dove sono rimaste imbrigliate tutte le versioni da cronaca nera dei giornali dell’epoca. Resta un mondo cupo, grigio e asciutto con una umanità che ricorda alcuni personaggi di Dostojevski. Garrone è un maestro nel raccontare i rapporti tra vittime e carnefici ( basta ricordare il bellissimo “L’imbalsamatore”), le sfumature psicologiche e il riscatto della vittima che da pecora diventa un leone che sembra voler affrancare se stesso e tutta quella dell’umanità che ogni giorno subisce ingiustizie e soprusi.

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