domenica 25 agosto 2019
domenica 11 agosto 2019
Desiderare
l piccolo paesino di Torgiano (PG) é tutto in festa la notte di san Lorenzo. Al Grappolo d'oro la festa piu bella, una lunga tavolata come si faceva una volta, tutti insieme. Un atmosfera veramente magica. Grazie all'instancabile Laura e a tutti i sorrisi che ho incontrato nella notte delle stelle. "desiderare è l'attività umana che più ci tiene in vita ,che sciagura sarebbe se non desiderassimo più, se non avvertissimo la mancanza di qualcosa, di qualcuno.
Questo termine deriva dal latino e risulta composto dalla preposizione de- che in latino ha sempre un'accezione negativa e dal termine sidus che significa, letteralmente, stella.
Desiderare significa, quindi, letteralmente, "mancanza di stelle", nel senso di "avvertire la mancanza delle stelle", dei loro buoni presagi, dei loro buoni auspici, quindi per estensione, percezione di una mancanza e, di conseguenza, sentimento di ricerca appassionata.Il desiderio è il pungolo dei nostri pensieri ,delle nostre azioni ,continuiamo a farlo fino all'ultimo respiro." Scrive Pina Di Caprio
venerdì 9 agosto 2019
La direzione
Condivido il post della mia amica senatrice Silvana Giannuzzi. Parole complicate perché troppo profonde in questo mondo di chiacchiere da bar. Ci basta guardarci negli occhi, é vero.
"Nessuno ha davvero compreso. Siamo cresciuti in un paese difficile, che ci ha messo a dura prova. Abbiamo preso i lavori lasciati liberi dai padroni del sistema. Abbiamo allevato figli, spesso come madri o padri soli, in luoghi senza servizi, senza attenzione, senza comprensione. Siamo stati costretti alla forza senza alternative.
Siamo stati occupati scontenti, e disoccupati ansiosi. Per coloro che dipendevano da noi, e non per altro. Per noi stessi è venuto presto il callo all'incertezza, al pellegrinaggio perenne.
Abbiamo sempre avuto cura di pagare gli affitti, le tasse, le multe perché non volevamo dare scuse, ad uno Stato solo padrone e mai padre, per darci altro tormento.Vivendo nel silenzio, abbiamo fraternizzato con l'ombra, coi suoi molti abitanti. Perciò, alla nostra fatica di vivere, abbiamo aggiunto con naturalezza, il soccorso ai senza casa, la cura dei cani randagi, dei gatti, dei criceti e dei pesci rossi. Abbiamo avuto attenzione solo per il sacro in ogni respiro, in ogni filo d'erba.Non c'è stato dato altro che tutto il tempo e il modo di innamorarci della vita dal suo lato difficile, perciò con sicurezza e per sempre. Non c'è stata data altra scelta se non diventare bravi a chiudere capitoli, a lasciare andare e partire, e a diventare liberi liberi liberi.Siamo immuni perciò alle minacce di date imminenti, durate limitate, cacciate dai palazzi. Siamo una razza fortificata da un paese indifferente.Delle livree ci svestiamo in un attimo. Abbiamo posto la verità altrove.Può essere solo tutto bello per noi. Ci basta guardarci negli occhi per passarci all'infinito la direzione"
giovedì 1 agosto 2019
Amaraterramia
Non vi bastano tutti i fumi di roghi tossici che respirate? Non vi basta tutto lo smog delle auto che respirate? A mezzanotte dovete completare l’avvelenamento con i vostri fuochi di artificio sparati, per un compleanno, in pieno centro storico? Questa è la terra di nessuno dove tutti possono fare quello che vogliono. Veramente c'è solo d'andarsene
domenica 28 luglio 2019
TAV
Nel contratto di governo i due contraenti, m5s e lega, si impegnavano a rivalutare la realizzazione del TAV , dopo una attenta analisi del rapporto costi/benefici. Il risultato di questo studio ha sancito la non convenienza dell’opera, con una perdita tra i 6.1 e 6.9 miliardi di euro per l’Italia. Giusto per ricordarlo, stiamo parlando di un progetto vecchio di 30 anni, con un impatto ambientale disastroso, che crea enormi conflitti sociali e che da sempre ha rappresentato l’emblema di una lotta del m5s contro una classe politica e imprenditoriale senza scrupoli e senza un minimo interesse per il bene comune. L’annuncio di Conte per il proseguimento dell’opera è scaturito da nuovi accordi presi con gli altri due soci, Francia e Unione Europea, che prevedono un aumento della loro quota di investimento al punto tale che si annullerebbero i maggiori costi individuati dallo studio italiano a tutto vantaggio dei benefici. Questo, però, é un ragionamento che tiene conto solo dei soldi (i nostri). Il Tav, invece, rappresenta, per milioni di cittadini che hanno votato il movimento, l’opposto di un mondo in cui spostarsi velocemente non è importante quanto l’ambiente e la sua tutela. C’è ancora qualcuno che si ricorda della “decrescita felice”? Il movimento non è solo un “sogno politico”, è una realtà, che si è sviluppata ed è cresciuta perché ritenuta credibile, in un Paese in cui la classe politica non mantiene mai le promesse, è coerente, perché ha lottato con una precisa idea del futuro da costruire. Bisognerebbe mettere da parte qualsiasi analisi economica e concentrarsi sull’unico vero beneficio, quello ambientale, uscendone magari sconfitti politicamente ma con la certezza di essere ricordati per aver risparmiato alla nostra penisola un’altra violenza di cui non ha bisogno.
sabato 20 luglio 2019
Anno zero
Avrei potuto pubblicare le decine di foto dei roghi dei rifiuti di questi giorni ma ormai il fumo nero non fa più notizia. Gli occhi li apriamo solo quando la spazzatura inizia ad accumularsi davanti al nostro uscio. Solo allora (forse) ci facciamo qualche domanda.
Il governatore De Luca ha fallito nella gestione dei rifiuti, al di là del colore politico questo è un dato di fatto. E’ fallito il piano di rimozione delle Ecoballe di Taverna del re, fallito il piano rifiuti, fallito il progetto delle compostiere di quartiere ( che fine hanno fatto?) che anche il Comune di Aversa aveva chiesto. Con il fermo dell’inceneritore di Acerra ci sarà una nuova grave emergenza rifiuti. E solo ora si corre ai ripari. Con il solito metodo che ha distrutto negli ultimi decenni la nostra regione: quello delle discariche provvisorie. Il genio “politico” ne ha previste a Giugliano, a Taverna del Re, a Napoli, a San Tammaro, a Polla, a Battipaglia, ad Avellino. Tutti siti famosi per la “salubrità dell’aria”. Cosa verrà messo in questi siti di stoccaggio? Rifiuti “misti” come è successo a Taverna del re (che poi sarà difficile smaltire)? Che garanzie hanno i cittadini a tutela della salute pubblica?
A ogni emergenza rifiuti si parla di soluzioni (sempre momentanee). Pochissimi le cercano a monte di questo circolo folle che ci porterà alla autodistruzione. A monte c’è una seria DIMINUZIONE dei rifiuti. Non si può più rimandare. La politica deve avere questo compito! A qualsiasi livello istituzionale è necessario operare in tal senso. Nei supermercati scaffali enormi di detersivi, di acque ( ma siamo impazziti?), di shampoo, di balsamo, di succhi, addirittura di frutta ( due banane, un arancia a spicchi) venduti nella plastica! E poi gli scarti industriali. Ad Aversa, per esempio, chi controlla la miriade di fabbrichette sparse sul territorio? Che ci vuole a capire perché si bruciano tanti pneumatici? Le 500 compostiere comprate dal Comune di Aversa giacciono ancora in deposito, pochissimi cittadini ne hanno fatto richiesta. E’ sempre una questione di rivoluzione culturale. Ma basta guardare i carrelli che escono dai supermercati per capire che siamo ancora all’anno zero.
mercoledì 17 luglio 2019
Affari a gonfie vele
Gli unici affari che vanno sempre bene, che non conoscono crisi, che se ne fregano del Pil, dei dati statistici sull’occupazione e di tutti i mezzi di distrazione di massa che i giornali ci propinano ogni giorno, sono quelli dell’Ecomafia. E’ quanto emerge dal sempre interessante rapporto annuale di Legambiente. Sulla distruzione dell’ambiente ci lucrano tutti: ben 16,6 miliardi di euro, 2,5 in più rispetto all’anno precedente , gli “ambiti” prediletti sono il ciclo illegale del cemento e dei rifiuti, filiera agroalimentare e racket degli animali. La Campania domina la classifica regionale delle illegalità ambientali con 3.862 illeciti e quella delle illegalità nel ciclo del cemento con 1.169 infrazioni. A gonfie vele anche le archeomafie racket legato alle opere d’arte e ai reperti archeologici ( chissà perché mi viene in mente la bellissima chiesa della Maddalena ad Aversa) Manco a dirlo la regione più esposta all’aggressione dell’archeomafia è la Campania, con il 16,6% di opere d’arte rubate. In leggera crescita anche i delitti contro gli animali e la fauna selvatica con 7291 reati Unico dato positivo del rapporto sono i buoni risultati della legge 68/2015 sugli ecoreati, che sin dall’inizio della sua entrata in vigore , nell’anno 2015, sta stando un contributo fondamentale nella lotta agli ecocriminali.
Insomma i numeri preoccupanti ma anche la tipologia dei reati (come il racket degli animali) dimostra che la corruzione resta il problema principale di questo paese. Un Paese che per decenni ha pensato solo alla “legalità” imbrigliandosi in un sistema burocratico fatto di leggi e leggine, puntualmente raggirate, trascurando i concetti di civiltà e di moralità e di una cultura radicalmente diversa. Perchè il rispetto dell'Ambiente, a cominciare dalla politica, è soprattutto un dovere morale.
mercoledì 10 luglio 2019
"Le carte apposto"
Ieri al Policlinico per una visita: corridoio strapieno di gente, sala di attesa semivuota, tutti accalcati davanti alle porte delle varie stanza perché il numeratore “ signò si blocca sempre”. Aspetti che la porta si apra e al primo camice bianco che vedi chiedi informazioni. “Signora ma questa prescrizione non va bene” allora insisto spiegando di essere già stata all’accettazione “signora io qui sto lavorando mica sto perdendo tempo!” Avrei voluto urlargli “io sto da due ore in un traffico infernale, con un caldo infernale, un’ora per elemosinare un parcheggio, un’altra ora di fila all’accettazione, un ora per capire che razza di inferno è la sanità pubblica e tu mi dici che stai lavorando” Mantengo la calma e provo a capire. “Signora le ricette sono due, per questa visita ne serve un’altra “. Un’altra che dice la stessa cosa delle due che avevo, in sostanza. Cosi mi dicono dopo aver percorso il lungo corridoio una decina di volte facendomi largo tra la gente. Allora chiedo di poter chiamare il mio medico curante che mi può spedire su posta elettronica la ricetta giusta. “ Le conviene non insistere il dottore che deve visitarla è…particolare” Intanto è quasi l’una, il corridoio si è svuotato, il caldo e la stanchezza si fanno sentire. Io sto li con il cellulare in mano, non so che fare. Parlo con la capo sala che con molta gentilezza mi convince a ritornare con la prescrizione giusta “ che vuole che le dica poteva visitarla anche con questa ricetta ma purtroppo quel medico è fatto cosi..”Sono due settimane che vado avanti indietro senza risolvere nulla. L’importante è che tutte le carte stiano a posto.La prossima volta voglio nascere in Svizzera. Non ci resta che sfogarci sui social
martedì 9 luglio 2019
Competenza regionale!
Quando lo capirete che lo smaltimento dei rifiuti è una competenza regionale? Poveri Sindaci...
ECOBALLE
di Marco Travaglio
9 Luglio 2019
Tale è la voluttà di gettare tutte le croci addosso a Virginia Raggi, anche quelle destinate ad altri, che ormai politici (anche dei 5 Stelle) e giornali negano persino l’evidenza. E cioè che lo smaltimento dei rifiuti della Capitale, come di tutte le città d’Italia, è competenza esclusiva della Regione. In questo caso, del Lazio governato da Nicola Zingaretti. E il principale problema dei rifiuti romani non è la raccolta, che in tempi normali faticosamente regge, nei limiti di una metropoli con quelle dimensioni, quei bilanci disastrati e quell’impatto turistico: ma è lo smaltimento. Per un motivo molto semplice: nel 2013, pressati da indagini giudiziarie, proteste popolari e una procedura d’infrazione Ue, il sindaco Ignazio Marino e il neogovernatore Nicola Zingaretti chiusero la fetentissima e inquinantissima discarica di Malagrotta, la più grande d’Europa (240 ettari), di proprietà del “re della monnezza” Manlio Cerroni: e fecero bene. Ma purtroppo si scordarono di decidere il sito alternativo con cui sostituirla per smaltirvi i rifiuti: e fecero male. Malissimo. Tant’è che Roma, a sei anni di distanza, paga ancora quella scelta (anzi non scelta) sciagurata: perchè non sa dove smaltire i suoi rifiuti. In questi sette anni le due giunte Zingaretti hanno accuratamente evitato di decidere il luogo della nuova discarica, per paura di scontrarsi con le popolazioni e le giunte dei comuni e prescelti (perlopiù targate Pd).
Quindi se oggi, come sempre fin dai tempi di Marino, a ogni guasto, o incendio, o manutenzione di uno dei quattro impianti di Tmb che reggono a stento il trattamento dei rifiuti capitali, la città va in emergenza e i rifiuti si accumulano per le strade, il colpevole è uno solo: la giunta regionale Zingaretti. La Raggi ha altre colpe, anche in tema di rifiuti: aver cambiato tre assessori in tre anni (l’ottima Muraro, la troppo ideologica Montanari e ora se stessa) e tre amministratori dell’Ama (che finora, con 1 miliardo di buco, una flotta di mezzi utilizzabili solo al 55% e tassi di assenteismo da quarto mondo, non hanno saputo mettere ordine nella municipalizzata). Ma sullo smaltimento nulla poteva né può fare, perchè non è nelle sue competenze. Infatti da tre anni chiede un nuovo Piano rifiuti alla Regione. Invano. E dire che la giunta Zingaretti è stata messa due volte in mora da altrettante sentenze del Tar, nel 2016 e nel 2018, che le ordinano di “individuare la rete integrata ed adeguata di impianti di smaltimento rifiuti in ambito regionale” perchè “crearla spetta alla Regione e non allo Stato”, e minacciano in caso di inerzia l’arrivo di “un Commissario ad acta” nominato dal prefetto.
Niente da fare: tutto fermo. Il che rende ridicolo leggere che “la Regione commissaria la sindaca”: l’unico ente che, sentenze alla mano, andrebbe commissariato è la Regione. Invece, stando ai media, pare che il problema sia che la Raggi ha fatto una gaffe in un video sui social: quello in cui dimostra che una delle aziende millantate dalla Regione come pronte ad aumentare la raccolta della monnezza romana, la Rida di Aprilia, era chiusa. Risposta della Regione: hai sbagliato azienda, quella non è la Rida. Invece è proprio la Rida, ripresa dal retro, visto che dall’ingresso principale la sindaca non l’han fatta entrare. Da tre giorni siti e giornaloni ripetono a fotocopia la fake news della “gaffe della sindaca che sbaglia ditta”. Non sbaglia ditta e comunque non è certo quello il guaio di Roma. Che dipende da ben altri fattori, raccontati per filo e per segno da Vincenzo Bisbiglia sul nostro sito.
Il ciclo dei rifiuti prevede tre fasi: raccolta (fase 1); trattamento (fase 2), con eventuale “trasbordo” provvisorio, cioè parcheggio in caso di difficoltà o ritardi del passaggio successivo) (fase 2-bis); e smaltimento (fase 3). La 1 spetta al Comune (cioè all’Ama). La 2 spetta alle società autorizzate dal Piano rifiuti regionale (in una mappa di “aree bianche” indicate da province o città metropolitane): i quattro impianti Tmb (trattamento meccanico biologico: due di Colari, l’ex gruppo di Cerroni ora commissariato dal tribunale, e due di Ama), che basterebbero a stento se fossero sempre tutti a pieno regime, invece sono troppo vecchi per non andare ogni tanto in tilt (al netto degl’incendi dolosi). La 3 spetta agli impianti decisi dalla Regione: discariche e inceneritori. E proprio la 3 manca a Roma: dalla fine di Malagrotta, il ciclo dei rifiuti non si chiude. Discariche e inceneritori del Lazio sono troppo piccoli per smaltire le 4700 tonnellate di immondizia prodotte ogni giorno dai romani. Servirebbe un nuovo Piano Rifiuti della Regione, che invece è ferma a quello del 2012 della Polverini, pre-chiusura di Malagrotta. Da allora la Regione s’è limitata ad aggiornarlo per redistribuire parte dei rifiuti romani in impianti già esistenti fuori Roma: nel Lazio, in altre regioni (Abruzzo, Veneto, Puglia, Emilia Romagna, Lombardia) e in altri Stati (Austria, Germania e Portogallo). Tutti accordi regionali costosissimi per la città: 50 milioni l’anno, pagati dai romani con la tassa rifiuti più alta d’Italia. Nel 2017 ha pure chiuso l’inceneritore di Colleferro. Intanto la differenziata, avviata da Alemanno e incrementata da Marino e Raggi, è arrivata al 45%: si può fare meglio (la sindaca ha annunciato nel 2017 un piano per portarla al 70% nel 2021: auguri), ma è già un discreto traguardo, che ha ridotto le tonnellate giornaliere da smaltire a 3mila. Ma il guaio non è la raccolta (fase 1): è il trattamento (fase 2) che spesso va in tilt, o per l’aumento dei rifiuti sotto Natale e a luglio, o per il blocco di uno o più Tmb (su quattro). E allora si tampona col trasbordo provvisorio (fase 2-bis), ma anche lì la Regione dorme: solo nel luglio 2018 ha autorizzato, fuori dai capannoni di Rocca Cencia e Salario, due aree scoperte dove appoggiare i rifiuti in attesa di trattarli. In ogni caso, manca da sei anni lo smaltimento in loco (fase 3).
Nel 2018 la situazione precipita. Un incendio doloso devasta a marzo il Tmb di Rocca Cencia e un altro, a dicembre, distrugge completamente il Tmb di Salario. I cittadini esasperati bloccano anche i trasbordi all’aperto. Così, oltre alla 3, saltano anche le fasi 2 e 2-bis. La Raggi bandisce appalti per il trattamento, ma le gare vanno regolarmente deserte (l’Antitrust indaga su possibili cartelli fra operatori, interessati ad aggravare l’emergenza per tornare ai vecchi affidamenti diretti, aumma aumma). Chiede aiuto ad altre Regioni, che spesso rispondono picche. Si appella a Zingaretti perchè vari finalmente il Piano rifiuti, per cui a gennaio 2019 la Città Metropolitana ha consegnato alla Regione la lista delle “aree bianche” dei nuovi impianti. Invano. In vista del mese critico di luglio, tenta una proroga delle aree di trasbordo a Ponte Malnome e Saxa Rubra, ma gli abitanti si ribellano. Intanto, dei tre Tmb rimasti, i due di Colari annunciano in contemporanea un programma di manutenzione da giugno a settembre, col taglio della capienza giornaliera da 1250 tonnellate a 500. E il 31 luglio scadrà pure l’accordo Lazio-Abruzzo per il trasloco di parte dell’indifferenziato romano.
É la tempesta perfetta. Il collo di bottiglia che sta strozzando la Capitale. Scrive Bisbiglia: “Dopo Pasqua le strade si riempiono di sacchetti, Ama raccoglie (con le sue difficoltà), ma non sa dove portare l’immondizia, la differenziata va in tilt fra i cittadini scoraggiati e i lavoratori sotto pressione”. L’ennesima, prevedibilissima emergenza esplode col caldo e le puzze. Ma la giunta Zingaretti partorisce l’ennesimo topolino: un’ordinanza che ordina al Comune di acquistare subito 300 nuovi cassonetti (la città ne ha 52mila), non stanzia un euro e non decide nuovi impianti. Promette solo l’uso a pieno regime di quelli del Lazio, ma questa parte è scritta coi piedi (la ditta Rida, letta la prima versione, annuncia che non prenderà un grammo in più di monnezza e cambia idea solo dopo un’aggiunta posticcia: a proposito di “gaffe”). Qualcuno ciancia di nuovi inceneritori, come se non occorressero 7-8 anni per farne uno (e allora si spera che la differenziata in più lo renderà inutile). O di una nuova discarica (a Pian dell’Olmo o altrove), che però andrebbe varata. Da chi? Dalla Regione. Fra una grida manzoniana e l’altra, Zingaretti invita la Raggi a “vergognarsi”. E lui quando si vergogna?
domenica 30 giugno 2019
Fino a quando resisterà la bellezza?
Stamattina ho visitato la reggia di Carditello. Testimonianza di una terra bellissima, il sito resiste agli scempi dei nostri giorni e delle nostre follie. La vera resistenza è in questi luoghi. Quando sono uscita tra le campagne di Casaluce ho visto un grande rogo, un fumo che ha annerito in pochi minuti tutta l'area circostante. Un delirio di incoscienza il nostro. Fino a quando resisterà la bellezza?
lunedì 17 giugno 2019
Ci si abitua a tutto. Non c'è niente da fare. Tutti stesi al sole incremati e alla moda con l'immancabile bicchiere in mano. E da lontano il mare che si può solo guardare. Meglio la piscina idromassaggio "dentro però c'è l'acqua di mare" mi dicono. Bella consolazione. C'era quel film di fantascienza dove la mattina la famiglia sceglieva che cosa vedere da una finta finestra : oggi il mare, domani un prato. Si poteva, in quel film, solo scegliere da un display perché fuori non c'era più niente. Sempre meno fantascienza. Sempre più vicini alla realtà. Amaraterramia
venerdì 14 giugno 2019
Lo stile di P. Almadovar lo riconosci subito dall’abbigliamento degli attori, dal trucco, dagli ambienti, dagli arredamenti colorati e spagnoleggianti. Lo riconosci anche dalla presenza costante di una figura femminile che mamma, figlia o suora è sempre perno centrale della narrazione pur non essendo una eroina ma una semplice protagonista della quotidianità.
Nel film Almadovar racconta se stesso attraverso un Antonio Banderas che, in un corpo che porta tutti i segni del tempo , vive in una casa museo dove tutto si è cristallizzato. Anche i suoi ricordi: un vecchio amore, la tenerezza della madre, la sua vita artistica. Nella scena finale c'è lui piccolo con la madre. Perché è sempre lì che si ritorna.
martedì 11 giugno 2019
Casa dello studente ( si fa per dire)
La vicenda della casa dello studente ad Aversa è nota a tutti. Tutti ricordiamo i vari tagli di nastro, i lavori di ristrutturazione ripetuti più volte, la denuncia anche di “Striscia la notizia”. L’immobile era stato dato in concessione all’A.Di.S.U. (università) che aveva degli obblighi da rispettare. Concessione revocata ( amministrazione De Cristofaro) per non aver rispettato le condizioni contrattuali.
Il commissario prefettizio in data 04/06/2019, quindi a pochi giorni dall’insediamento del nuovo sindaco , firma una delibera nella quale si legge che si concede l’immobile a USO GRATUITO e per 10 anni al Ministero della Giustizia.
Uso gratuito con tutti i problemi economici che ha il Comune di Aversa? Ma soprattutto è una decisione che, secondo me, doveva essere al centro di una di un’ampia discussione politica in Consiglio Comunale. Il commissario prefettizio ha il compito di occuparsi di ordinaria amministrazione e questa concessione non lo è. Queste decisioni spettano ai rappresentanti del popolo. Spettano quindi alla politica non alla burocrazia. Vogliamo dare a qualcuno altro pure il Leonardo Bianchi all'interno della Maddalena?.Con la scusa della "pubblica utilità" ovviamente.
domenica 9 giugno 2019
Buon lavoro Alfonso Golia, nuovo sindaco di Aversa. Abbiamo lavorato fianco a fianco per tre anni come consiglieri comunali. Sotto bandiere diverse ma sempre col massimo rispetto. Mi auguro che la tutela dell'ambiente sia un tema centrale della tua amministrazione. Buon lavoro.
venerdì 7 giugno 2019
mercoledì 5 giugno 2019
"Noi siamo un paese senza memoria.
Il che equivale a dire senza storia.
L’Italia rimuove il suo passato prossimo, lo perde nell'oblio dell’etere televisivo, ne tiene solo i ricordi, i frammenti che potrebbero farle comodo per le sue contorsioni, per le sue conversioni." (P.P. Pasolini). Quando gli intellettuali erano intellettuali.
La scultura
La scultura (di Isaac Cordal) nella foto si trova a Berlino e ha un titolo eloquente "I politici parlano di riscaldamento globale". Oggi è la giornata mondiale dell’ambiente. Fossi io a decidere la ribattezzerei “ giornata mondiale dell’ipocrisia” insieme alla festa della donna ( 108 donne uccise in Italia nel 2018). Circa 10 milioni di persone muoiono ogni anno nel mondo per la cattiva qualità dell’aria: industria, trasporti e produzione agricola sono le maggiori cause dell’inquinamento atmosferico. Le cifre allarmanti si trovano facilmente su internet. Una umanità folle che inquina la terra per produrre, inquina la terra per trasportare questi prodotti, inquina la terra perché non sa dove gettare i residui di questi prodotti. Una politica seria per l’ambiente non deve guardare più in faccia a nessuno, non deve più rimandare. L’agenda politica mondiale deve avere come priorità la cura dell’ambiente. L’ambiente, non lo spread, il PIL e tutti gli inganni economici con i quali ci anestetizzano il cervello ogni santissimo giorno.
venerdì 31 maggio 2019
IL traditore
Ci sono dei film che potrebbero finire anche dopo la bellezza della prima scena. È il caso de “Il traditore”, regia di Marco Bellocchio. Siamo a Palermo, negli anni 70, c’è aria di guerra tra Totò Rina e le vecchie cosche. Le famiglie festeggiano insieme Santa Rosalia per cercare di trovare un accordo. Riuniti in una casa ci sono gli uomini, che scrutano i nemici, hanno sguardi sospettosi e sembrano sempre pronti a sparare, ci sono le donne, ammucchiate sui divani con i loro sfavillanti abiti da sera, arrese a un destino segnato e i bambini, che giocano ignari, poi i fuochi e i brindisi e la statua della Santa che troneggia nella stanza. Da qui si parte per raccontare la storia di Tommaso Buscetta, il primo pentito di mafia che svelò il legame Stato-mafia. Nei panni di Buscetta uno straordinario Pierfrancesco Favino, che interpreta il boss dei “due mondi” in modo magistrale. Toglie il fiato la scena dell’uccisione di Giovanni Falcone, con una sequenza scenica che non si dimentica facilmente. Un sorriso amaro invece per la scena dove si intravede Giulio Andreotti in mutande e un’amarezza infinita per la mattanza di quegli anni. Nell’epilogo le scene del maxi processo nella vera aula bunker di Palermo dove i boss, dietro le sbarre come animali in gabbia, deridono e provocano la giustizia che con fatica percorre la sua difficile strada.
martedì 28 maggio 2019
Come rappresentante di lista ho visto che sulle schede elettorali, accanto al simbolo del m5s, gli elettori hanno, spesso, scritto anche "Di Maio". Tanti, tantissimi lo hanno fatto. Un leader amato dal popolo odiato da chi, ancora oggi, non si capacita come un ragazzo sia riuscito a diventare ministro e capo politico senza fare il galoppino di nessuno. Siamo un popolo con una mentalità allenata a "usare e gettare". Facciamo così con tutto, con i beni di consumo, con i sentimenti, con le persone, con gli ideali. Siamo un popolo senza il senso dello Stato, senza una coscienza civica, ignoranti politici sempre pronti a sputare sentenze e condanne e a osannare chi fa la voce più grossa. Una società liquida che della sostanza non sa niente.
lunedì 13 maggio 2019
giovedì 9 maggio 2019
Lei e la sua inseparabile bici. Un'aliena in queste nostre città assediate dalle auto dove pochi si ribellano allo spazio rubato, allo smog soffocante e all'alienazione di una umanità "inscatolata" Marì Muscarà
giovedì 25 aprile 2019
domenica 21 aprile 2019
Mi girano
Armando Siri, sottosegretario del ministero delle infrastrutture e dei trasporti, è indagato per corruzione in un'indagine della Procura distrettuale antimafia su società che si occupano di energie rinnovabili. Salvini lo ha voluto sottosegretario nonostante sia stato condannato a 1 anno e 8 mesi di carcere per bancarotta fraudolenta (pena che ha patteggiato, ammettendo la colpa). Questo è il caso Siri. L'accusa di corruzione è scattata perché i magistrati pensano che abbia intascato una tangente di 30mila euro per favorire con leggi ad personam (il maestro supera l'allievo ) l'azienda del lobbista Arata, amministratore ligure di una società di energie rinnovabili. L'attenzione della procura antimafia su Arata nasce da un legame societario di quest'ultimo con un tal Vito Nicastri, re dell'eolico siciliano, socio occulto di Matteo Messina Denaro. Questi i fatti. È significativo il rapporto tra Arata e la Lega che nasce con l'incarico che Salvini gli dà per scrivere il programma sull'energia. È evidente l'enorme conflitto di interessi. Come scrisse Travaglio " È come incaricare la Fiat di fare un piano della mobilità in Italia". Vi ricordo che Salvini ha tentato di farlo nominare presidente dell'Authority dell'energia, bloccato poi da Luigi di Maio. Informarsi è fondamentale. Pensi a questo (e a molto altro) Salvini prima di parlare di Virginia Raggi che ha coraggio e determinazione da vendere. Serena Pasqua a tutti.
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