domenica 8 novembre 2009

Felicia

Blu notte, in onda il venerdi sui rai tre si occupa dei misteri italiani. La puntata "Sicilia nera" ha raccontato la vicenda di Giuseppe Impastato ucciso dalla mafia. La vicenda del giovane di Cinisi, in provincia di Palermo, è stato anche il tema di un film, di qualche anno fa, "I cento passi". Peppino era un ragazzo coraggioso e ribelle, egli non fu solo ucciso ma dilaniato da una bomba e i suoi familiari lo piansero su una bara vuota. Questo post è dedicato a lui ma soprattutto a sua madre Felicia che ha combattuto fino al suo ultimo respiro per onorare la memoria di suo figlio che la mafia voleva infangare facendolo passare per un terrorista. A Felicia anche Roberto Saviano dedica un capitolo nel suo ultimo libro "La bellezza e l'inferno". Per vent'anni Felicia ha cercato di lottare affinché la memoria di suo figlio non fosse cancellata...all'udienza in tribunale la piccola Felicia puntò il dito contro Badalamenti, lo fissò negli occhi e lo accusò di essere l'assassino di suo figlio, di averlo non solo ucciso ma dilaniato, di essere stato non solo un mafioso ma una belva. Badalamenti restò immobile." Nel 2002, la corte italiana lo condannò all'ergastolo. Voglio ricordarvi che mercoledì 11 novembre Saviano sarà ospite di una puntata speciale di "Che tempo che fa" .

2 commenti:

ghetti marco ha detto...

Felicia, la donna che celebri nel tuo post, diviene una figura gigantesca, perchè ricopre il ruolo di madre, di Giuseppe Impastato, questo giovane eroe. Mentre esistono pochi figli, che divengono eroi, esistono molte madri che divengono eroiche, per il solo fatto di ricoprire il ruolo di madre. L'eroismo materno non sempre finisce sui giornali, molte volte non viene notato nemmeno dai familiari, dalle persone che vivono attorno a loro. Una donna che ricopre il ruolo di madre, cambia la propria mentalita', i propri comportamenti. Mette il figlio, oppure i figli, sempre davanti a se, li copre con il proprio amore, mette a rischio la propria vita, fino ad un estremo sacrificio, se serve. Si vedono tante madri, in lacrime, per i torti subiti dai loro figli, alcune sono divenute famose, la madre di Denise Pipitone, ad esempio, la madre in questi giorni di Cucchi, uscito morto dal carcere, la madre di Tommaso Onofri, e tante altre, le cui figlie, o figli, sono morti, oppure scomparsi, mentre loro portano avanti la loro lotta, che per una madre diviene il solo scopo della loro vita. Tra due giorni saranno venti anni della morte di mia madre, un pensiero per lei e tutte le madri che seguono il blog di Graziella. Auguro a tutte loro un futuro di pace interiore. Saluti da Marco Ghetti.

Maria Grazia Mazzoni ha detto...

Al post avrei voluto aggiungere un elogio alle donne che io ritengo sempre delle eroine. Ma ho evitato di farlo per non essere ripetitiva. Il commuovente commento di Marco mi ha fatto di nuovo riflettere...c'è una chiesa della madonna addolorata nella mia città. Sono anni che ci passo davanti e m'incanta sempre una frase scritta sul portale d'ingresso: non vi è dolore uguale al mio...