giovedì 19 giugno 2008

ai..Don Peppino Diana


La prima sezione della Corte di Assise di Appello di Napoli ha confermato le 16 condanne all'ergastolo per i boss del clan dei Casalesi. I particolari della sentenza e della storia di questo maxi processo si trovano su tutti i giornali. Ma oggi io voglio dedicare questa sentenza ai morti, agli umiliati, ai feriti, di questa drammatica vicenda criminale. E a chi, solo apparentemente, da questa storia non è stato toccato: a chi vive ancora in questa terra e sogna di andarsene, a chi si chiede quale sarà il futuro dei propri figli, a chi riesce, ancora, a VEDERE l'orrore della realtà e a sognarne una migliore.

"...mi vengono in mente i volti di coloro che sono stati uccisi per aver posto resistenza al potere del clan. E poi sono stati dimenticati, trascurati, spesso neanche citati. Finiti sulle targhe delle strade o ricordati solo nel cuore dei familiari ed amici. I nomi dei morti in questa guerra mai dichiarata e in realtà combattuta sempre, senza mai concedere armistizio. Salvatore Nuvoletta: un carabiniere ammazzato nel 1982 a vent'anni, punito perché aveva partecipato all'arresto di un parente del boss Sandokan. E poi Franco Imposimato, nel 1983, ucciso perché fratello del giudice Imposimato ma anche perché militante ecologista. Alberto Varone che nel 1991 distribuiva giornali, e aveva un mobilificio che faceva gola al clan del suo paese che voleva ramificarsi in ogni settore. E ovviamente Don Peppino Diana ucciso nel 1996 per il suo documento "Per amore del mio popolo non tacerò". Poi Federico Del Prete, ucciso nel 2002, sindacalista solitario che organizzò un antiracket dei venditori ambulanti. Fino a Domenico Noviello, ucciso poco più di un mese fa per una denuncia fatta sette anni prima. E poi i feriti, gli umiliati, i minacciati: il delegato CGIL Michele Russo gambizzato per aver minacciato di far scendere i lavoratori edili in sciopero; Antonio Cangiano sparato alla schiena per un appalto non regalato ai clan: Renato Natale cui sversarono chili di merda di bufala fuori casa per dimostrare che il clan l'avrebbe sommerso se continuava a fare il sindaco del paese. In attesa della sentenza, a loro va il pensiero che il diritto possa davvero divenire come fu il sogno di Spartaco. Possa essere in grado di ridare diritto: diritto alla vita e alla libera decisione di ogni singolo". (Roberto Saviano)

4 commenti:

Eleonora ha detto...

Sentenza importantissima.
Speriamo che lentamente ci si possa liberare di tutte le mafie e che il sud italia possa rinascere come si merita.
Resistere, non fare calare l'attenzione sui problemi di questa povera Italia.

Anonimo ha detto...

E' un post davvero bello, bisognerebbe parlare molto di più di queste cose, non solo quando ci scappa il morto, perchè a volte, credo, dover affrontare tutti i giorni, tutti i mesi, le stesse minacce, gli stessi torti è più logorante di un colpo di pistola.

Carmine S. ha detto...

In quest'occasione qualsiasi ricordo e un abbraccio virtuale alle vittime,quelli non più tra noi e quelli che quotidianamente si confrontano con questa metastasi è Confortante,l'epilogo (o quasi) di Spartacus è solo l'inizio del cammino, tortuoso e grave che noi tutti in questa terra martoriata siamo "obbligati" e in debito proprio con chi ha combattuto e non è più e chi è solo a combattere quotidianamente,PARLARNE e porre a conoscenza tramite il WEB di fatti e misfatti di questo male serve anche a non DIMENTICARE.
Graziella e il suo Blog è un validissimo contributo, sosteniamo fortemente questa realtà con le nostre voci.
Graziella ricevi un fortissimo abbraccio e un grazie.

Carmine S.

Anonimo ha detto...

Per liberarci di tutte le mafie non serve solo informarsi e sensibilizzare,serve soprattutto anche che lo stato,mediante le leggi,mediante un diverso modo di utilizzare le forze dell'ordine e di garantire sicurezza,soffochi fisicamente le organizzazioni criminali,anche a costo di dover esercitare violenza nei confronti di questi soggetti.

Non dimentichiamo che questi sono stati condannati per reati risalenti ai primi anni 90, che ci sono voluti tanti anni quanti quelli da cui dura dell'emergenza rifiuti,che questi assassini bastardi hanno contribuito a causare.

In questi anni tanti testimoni sono morti ammazzati,sono stati minacciati,feriti.Territori che una volta erano un paradiso sono stati ridotti ad inferni chimici,in maniera spesso irreversibile.
Ricordi mai vissuti di giochi di infanzia su spiagge incontaminate, di passeggiate in campagne profumate di primavera e non di percolato.
Di persone sorridenti,sane e sicure in campagne,fiumi amichevoli e non ostili,non velenosi.

Quanta vita rubata a tanti innocenti, tanti bambini,uomini ammalati che mai si sarebbero sognati di andare a chiedere i mali terribili che qualcuno ha imposto loro.

In questi anni tanti si sono ammalati e sono morti di tumore,di mali scientemente causati da queste bestie schifose.

Nessun ergastolo sarà mai sufficiente per fargliela pagare,che siano maledetti in eterno.

Se si continua a permettere a queste "cose" (ho difficoltà a considerarli esseri viventi) piene di odio e pulsioni distruttive di essere condannate dopo decenni dai loro crimini, se si permette che questi abbiano diritto ad una difesa, a diversi gradi di giudizio successivi al primo, se si permette che questi abbiano i migliori avvocati abili e pronti a farli scarcerare per un punto od una virgola messa al posto sbagliato,allora mi sa che tutte le parole che scriviamo, tutta la nostra informazione e sensibilizzazione è destinata ad essere vana e a non sortire l'effetto che tutti noi desideriamo:l'eradicazione, l'eliminazione dalla storia dell'umanità della criminalità organizzata, di questa criminalità organizzata violenta + della peggiore organizzazione terroristica.
Rosario