Insomma è difficile, per noi comuni mortali, avere un'idea chiara della realtà di questo paese. Ogni verità ha mille facce, e per scongiurare l'inganno, bisognerebbe documentarsi 24 h su 24. L'emendamento che ferma i processi per un anno è passato. E alla Camera ci sono state le solite scene che ricordano il tifo da stadio, con tanto di striscioni che, a parte le ragioni di ognuno, abbassano il livello di dignità e credibilità e serietà dei nostri politici.
Sulla Repubblica Giuseppe D'Avanzo scrive:
" Berlusconi è imputato di corruzione in atti giudiziari. È un reato rarissimo, in Italia. Si celebrano meno di due processi all'anno per quel delitto. È questa trascurabile presenza statistica che rende indispensabile fermare per un anno migliaia di processi per i più diversi reati. La decisione paralizza una macchina giudiziaria già inceppata e caccia l'esecutivo in una contraddizione irrisolvibile e irragionevole, se ci fosse ancora spazio per la ragione. Da un lato, definisce un catalogo di reati di grave allarme sociale e ne irrobustisce le pene; dall'altra, per gli stessi reati (stupro, usura, traffico di rifiuti, sfruttamento della prostituzione, omicidio colposo per i pirati della strada...) li dice irrilevanti, marginali e dappoco fino allo spartiacque del 30 giugno 2002. In nome di una personale sicurezza e impunità, il capo del governo accetta di mettere in tensione la sicurezza di tutti. Racconta di voler rendere più sicuro il Paese e lo rende disarmato. Chiede alla magistratura di fronteggiare le minacce diffuse e l'azzoppa irrimediabilmente.
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