lunedì 16 agosto 2010

Quel che resta...

Godiamoci il sole e le meritate vacanze. Respiriamo a pieni polmoni. Viviamoci la nostra bella terra perchè i nostri figli non faranno altrettanto. Ogni popolo ha il suo destino; noi siamo destinati ad essere dominati o a fare gli emigranti. Il resto ci riesce male.
Ecco cosa scrive Rosaria Capacchione (giornalista coraggiosa sotto scorta), oggi sul "IL Mattino": GIUGLIANO (15 agosto)- Una bocca enorme e vorace. Un invaso scavato con le pale meccaniche che hanno portato via milioni di metri cubi di terreno fertilissimo. Un gigantesco deposito di scarti umani e industriali. Ecco Scafarea, ecco Tre Ponti, ecco Taverna del Re, malsane campagne dell’area a nord di Napoli, il brodo di coltura nel quale stanno crescendo i mostri chimici che tra cinquant’anni provocheranno la fine del mondo. O almeno, la fine di quel pezzo di mondo che si chiama Giugliano, Parete, Villaricca, Qualiano, Villa Literno. Nel 2064, il disastro ambientale sarà inevitabile.Per meglio dire, scrive un geologo toscano che ha lavorato per la Procura di Napoli, non più tardi del 2064. Entro quella data il succo avvelenato, tecnicamente percolato, di 341 mila tonnellate di rifiuti speciali pericolosi (a cominciare dai fanghi dell’Acna di Cengio), di 160 mila e 500 tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi, di 305 mila tonnellate di rifiuti solidi urbani, precipiterà nella falda e avvelenerà decine di chilometri quadrati di terreno e tutto ciò che lo abiterà: uomini, animali, vegetazione. In termini processuali questa situazione si chiama disastro ambientale.

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