lunedì 16 giugno 2008

Il viaggio della speranza


Ogni giorno percorro, per andare a lavoro, la stessa strada da dieci anni.Prima buca al primo incrocio. Io la evito , ormai è una di famiglia : è sempre lì , minacciosa con bel tempo, modello voragine alle prime piogge. Sono al semaforo. Ho ancora sonno e ho un po’ freddo , mi fermo col rosso. Davanti a me la solita fila di apecar; arrivano dal mercato col loro carico di frutta e verdura. Si vedono le foglie verdissime di lattuga, i ciuffi ribelli dei carciofi , una zucca enorme in bilico. Capita spesso che qualcosa cada dal veicolo ; il conducente scende e raccoglie il suo carico se non ha subito danni , altrimenti lo lascia li…pazienza. A volte cade solo la cassetta di legno ; quella può restare li a prescindere dai danni che ha subito. I miei pensieri seguono la scia dello smog dai tubi di scappamento delle auto alla superficie di quella verdura cosi invitante. Ma non c’è spazio per eco-pensieri , ingrano la marcia . Un movimento mi avverte che è ora di andare : falso allarme il semaforo non è verde sono solo quelle 2 o 3 macchine che sorpassano tutta la fila in attesa ,guadagnandosi la pole position e bloccando chi arriva nell’altro senso di marcia . Qualcuno passa anche col rosso, le frenate inutili si devono evitare. La mia rabbia è già a buon punto. Sento già meno freddo . La mia fantasia mi regala sempre la stessa immagine : sogno che da dietro un albero ( che non c’è ) esca uno di quei poliziotti feroci e irremovibili che faccia tornare indietro chi non ha rispettato la fila, costringendolo a una lunghissima umiliante retromarcia. Un poliziotto, un carabiniere, un vigile, superman , nei momenti di rabbia più acuta ho pensato anche a Diabolik e alla sua Jaguar …Niente, questo sogno non si è mai realizzato . Ma non mi posso perdere in pensieri cosi infantili, è tardi. E il semaforo è verde.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Condivido e provo spesso simili impressioni. Ho vissuto all'estero per parecchi anni e sono rientrato in Italia per scelta. Non riesco ad adattarmi al degrado e alla soppraffazione, continuero' a lottare. Mi fa piacere sapere che non sono solo. Chissa' forse un giorno saremo noi "idealisti" ad avere la meglio, forse quel giorno e' piu' vicino di quanto si creda. Manteniamo la speranza
Ciao

Anonimo ha detto...

"...E la rabbia che spinge sui motori/ nella citta' ormai scura"

Complimenti Graziella, come vedi ti ho fatto visita. Ti regalo questo miei due versi, in sintonia con il tuo racconto. Giulia Zanata