mercoledì 4 febbraio 2009

Revolutionary Road

Sam Mendes è un maestro nello scomporre l'amore coniugale e le convenzioni sociali: prima il bellissimo American beauty e ora Revolutionary Road tratto dal romanzo di Richard Yates del 1961.(ripubblicato oggi dalla Minimum Fax). Naufraghi in Titanic ieri, naufraghi oggi nel matrimonio, Frank e April ( Leonardo di Caprio e Kate Winslet) sono due ragazzi innamorati che, una volta sposati, lottano continuamente per non cedere ai ruoli borghesi che tanto odiano. In un'America degli anni 50, già avviata sulla strada del benessere e del consumo, la loro è una lotta aspra e violenta, cupa e disperata. Inseguono i loro sogni e le loro fallimentari fantasie, cercano di dipanare il complicato groviglio dei sentimenti coniugali e a ogni passo diventa sempre tutto più difficile. I ruoli, le maschere, direbbe Pirandello, sono sempre in agguato, indispensabili e inutili, protettive ma soffocanti, mezzi di tranquillità sociale e d'infelicità interiore. Il film risulta affannoso e a me ha trasmesso ansia, ma forse questo voleva ottenere il regista. Eros e thanatos (amore e morte) crescono insieme nel disperato tentativo dell'uomo di vivere i propri "contenuti" lontano dalle "forme" che la società impone.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Non ho visto il film, e, probabilmente, quanto sto per dire potrebbe essere fuori tema. Ma parliamone lo stesso... magari interessa.
La parola!
AMORE nella nostra lingua (e forse nella maggior parte delle lingue moderne) fa riferimento ad una miriadi di stati psico-affettivi:
si ama una persona dell’altro sesso, si ama un amico, si ama il prossimo e fin anche il nemico... si ama mangiare, passeggiare, giocare, etc...
Nell’antica lingua greca vi erano più parole per indicare le molto differenti condizioni, ma ne riporto solo tre, quelle che mi sembrano più attinenti all’argomento del topic:
Eros: desiderio sensuale e sessuale;
Phileo: sentimento di attrazione per un’altra persona, anche dello stesso sesso. Amore personale di affetto che può anche non escludere l’eros, ma è amore spontaneo e non coinvolge la ragione;
Agape: è amore dell’intelligenza, della ragione. E’ l’amore con uno scopo, amore superiore, l’unico che può permettere di amare anche il proprio nemico.
Questa lunga premessa solo per dire che l’amore coniugale può nascere come phileo (nel migliore dei casi), ma anche solo per eros (nel peggiore), ma può durare nel tempo come sentimento valido solo se diviene agape.
Se non si approda a questo stadio superiore si finisce inesorabilmente nel
“complicato groviglio dei sentimenti coniugali ad ogni passo sempre più difficile e ove ruoli e maschere, come direbbe Pirandello, sono sempre in agguato: indispensabili e inutili, protettive ma soffocanti, mezzi di tranquillità sociale e d'infelicità interiore”.

Maria Grazia Mazzoni ha detto...

Non sei mai fuori tema. Interessante l'etimologia greca ma tra la teoria e la pratica bisogna mettere noi stessi. L'amore nei confronti di un'altra persona implica prima di tutto un amore equilibrato per noi stessi. Secondo me è lì il segreto.
buona giornata

Anonimo ha detto...

Bellissimo commento: abbiamo visto il film ieri sera e si, ci ha comunicato ansia. La difficoltà di comunicazione, lo scontro frontale tra l'annullamento di sè e la realizzazione dei propri sogni è stato devastante.

Una sola curiosità: anche tu hai notato una strana 'gestione' della presenza dei bambini nel film?

Non si vedevano quasi mai.


Complimenti per il blog!

Maria Grazia Mazzoni ha detto...

Per Lucia
L'assenza dei bambini, che ho notato, era per accrescere l'ansia, per evitare qualsiasi accenno alla normale quotidianità.

Anonimo ha detto...

è vero,il film mette un ansia addosso.
Il matrimonio è sempre difficile da gestire.
Sara

Anonimo ha detto...

Ho visto il film e a me è sembrato molto noioso. Di caprio in alcune sequenze è anche molto brutto.
Gio'