venerdì 15 maggio 2009

Archeologia del presente

Quando lessi La Chimera di Sebastiano Vassali ne comprai perlomeno una ventina di copie regalandole alle mie amiche che furono costrette a conoscere la storia drammatica di Antonia, la protagonista del racconto. Da allora ho sempre letto questo autore contemporaneo, perché mi piace la sua scrittura semplice e senza pretese. "Archeologia del presente" racconta la storia di Leo e Michela che, giovanissimi nel 68, partecipano all'idea rivoluzionaria di cambiare il mondo. Un cambiamento che si pensava dovesse partire dalla scuola e dal sovvertimento di tutti quei valori borghesi che sembravano ormai tramontati. Il 68 fu per la pace e l'ambiente, la parità tra i sessi, e le medicine alternative. Leo e Michela lottano con tutte le loro forze e i loro limiti per difendere i principi in cui credono, ma alla fine si dovranno arrendere agli eventi. Archeologia del presente perché l'autore scava nella propria memoria i ricordi polverosi, li riporta alla luce e ricompone un'idea triste della vita. Nelle ultime pagine si legge: "Gli uomini s'inseguono, si accoppiano, cercano di sopraffarsi, si accudiscono si derubano, si commemorano e si ammazzano e fanno tantissime altre cose, ma dietro questo fervore di superficie non succede niente d'importante. Il mondo va dove vuole lui, e non dove noi vorremmo che andasse" Inevitabile il ricordo di una canzone di G.Gaber: La mia generazione ha perso, ma soprattuto dei versi dell'Iliade (LibroVI) citati anche nel romanzo: "Quale delle foglie, tale è la stirpe degli umani. Il vento brumal le sparge a terra, e le ricrea la germogliante selva a primavera. Così l'uom nasce, così muor"

1 commento:

Anonimo ha detto...

non conosco Vassalli ma mi hai fatto venire voglia di leggerlo.Poi
ti faccio sapere.
Sara