sabato 14 novembre 2009

Noi che viviamo con gli occhi chiusi

Ho dimenticato di sedermi mentre ascoltavo Roberto Saviano da Fazio. Le storie che ha raccontato erano così drammatiche che non permettevano una posizione comoda. Ho provato vergogna per la nostra indiferrenza di occidentali sazi fino alla nausea di cibi insapori; quanti di noi conoscevano quelle storie di morte? E, con infinita tristezza, ho visto le immagini del nostro litorale campano in agonia. Trovare le parole giuste per parlare di Roberto Saviano non è facile, per chi è nato nella terra dei fuochi. Ti succede che o segui una scia interiore di emozioni o ti arrendi davanti alla consapevolezza dell'inferno che ti circonda. In entrambi i casi rimani senza parole. E allora cedo la parola agli altri. Tra tutte le recensioni che ho letto sull'argomento ho scelto queste poche righe di Valeria Panzeri : "Indimenticabile è quel frame passato più volte in televisione che inquadra una panchina dove qualcuno ha scritto Saviano merda.Saviano ieri sera da Fazio ha parlato della bellezza, l’unica cosa che può sottrarre terreno all’inferno. Ebbene in Roberto Saviano c’è tanta di quella bellezza da dimenticarsi qualsiasi inferno; la bellezza della letteratura, la bellezza della verità, la bellezza del coraggio, la bellezza della sobrietà nel raccontare i dolori e le frustrazioni di una scelta di vita tanto scomoda. Roberto Saviano è un ragazzo bellissimo ed io mi incanto ad ascoltarlo ogni volta perché la sua bellezza mi tiene lontana dall’inferno. Cancellate la scritta su quella panchina, è ora di cominciare a levarsi il cappello al cospetto degli uomini valorosi mentre combattono, non aspettiamo che siano i libri di storia a tributare loro la credibilità che meritano."

1 commento:

ghetti marco ha detto...

Roberto Saviano ha detto che uno scrittore deve coinvolgersi. Non attendere che i suoi sogni si realizzino, ma deve dare testimonianza attiva. Discorso del genere: l'esempio è trascinante. Oggi ho firmato sul suo appello pubblicato da Repubblica online. La sua richiesta di non continuare a creare disparita', tra cittadini, per una pari dignita' tra persone. Le rivoluzioni, di qualunque genere, sono iniziate da minoranze, poi crescono e dilagano. In Italia pero', rischia di essere solo, siamo troppo tramortiti, da tutto quello che accade intorno a noi. Siamo anestetizzati, sopportiamo tutto, come se nulla ci riguardasse, chiusi nel nostro piccolo mondo, sperando che non venga coinvolto dalle brutture che ci circondano. Non illudiamoci, non lasciamo i vari Saviano soli. La loro vita è preziosa, piu' della nostra.Saluti Graziella.