mercoledì 27 maggio 2009

La Mercedes

La Mercedes davanti a me, stamattina, ha un'andatura lenta ma decisa. Al semaforo siamo fermi entrambi davanti al rosso. Il guidatore della mercedes, nell’attesa, si soffia il naso, apre il finestrino e getta il fazzoletto di carta a terra. E io mi chiedo: ma quanto dura questo rosso! Richiude il finestrino, ci ripensa e lo apre di nuovo. Questa volta getta il pacchetto di fazzoletti vuoto. Il rosso comincia a pesarmi. Mi guardo intorno e i cigli della strada sono pieni di rifiuti. E’ come trattare male un malato terminale. Finalmente il verde. Il guidatore si soffia di nuovo il naso, riapre il finestrino. Dopo il secondo semaforo e un altro interminabile rosso, ho contato 6 fazzolettini gettati lungo il percorso. Avrei voluto fermarlo e chiedergli cosa pensa della destra e della sinistra e di stesso. Così, per pura curiosità.

martedì 26 maggio 2009

I Provinciali

Le elezioni europee si avvicinano. Ne parliamo poco. Sono elezioni che hanno destato qualche interesse solo quando si è scatenata la caccia alle veline candidate. Finita quella curiosità da gossip, non se ne parla più. Il concetto di Europa è lontano dalla forma mentis provinciale degli italiani. Il 6 e 7 giugno voteremo senza essere sufficientemente informati, complice una stampa tutta orientata sulla cronaca nera, sul Premier e sulle sue amiche diciottenni. Considerando che un parlamentare europeo incassa circa 13.000 euro al mese più i gettoni di presenza, considerando i temi importanti che si discutono a Strasburgo, varrebbe la pena informarsi un pò di più. Se ne parlerà forse nei giorni seguenti alle elezioni quando i risultati saranno usati, a un anno dalle politiche in Italia, per tastare il consenso della destra o della sinistra. Diciamoci la verità: non ce ne frega niente di chi ci rappresenta in Europa (anche lì!?). Non lamentiamoci, poi, se in quel parlamento i deputati italiani contano poco e noi cittadini meno di niente.

domenica 24 maggio 2009

Una e una notte

Ennio Flaiano è, per me, una delle menti più lucide e intelligenti del Novecento. "Una e una notte" racconta la storia di Graziano, giornalista e uomo mediocre. Graziano è un uomo senza talento che lavora in un giornale solo perché raccomandato. Con la sua mente mediocre egli trasforma anche gli insuccessi in conquiste, e le derisioni dei suoi colleghi in invidie. Come tutti i mediocri si sente un grande amatore e un incompreso. Una notte è chiamato dal giornale perché su una riva del Tevere sta succedendo qualcosa di strano; assonnato e annoiato parte per raggiungere quel luogo convinto che si tratti di un bluff o di uno scherzo dei suoi colleghi. Poco distante dalla riva incontra una donna, con lei vive una notte d'amore (chi poteva resistere al suo fascino da "vitellone"?) e il mattino durante una passeggiata la donna lo guida verso la riva del fiume, lo fa salire su una strana imbarcazione che parte a una velocità straordinaria verso uno strano oggetto. Il povero Graziano è nelle mani degli extraterrestri. Quando si rende conto di quello che gli sta succedendo il malcapitato si dimena, urla di volere scendere ma nessuno lo ascolta. Poi, inspiegabilmente, cosi come è stato portato sul disco volante, cosi viene fatto scendere. Tornato sulla terra Graziano pensa che la sua vita cambierà sicuramente. Niente sarà come prima, prova a raccontare quello che gli è successo ma nessuno gli crede. La sua vita e la sua natura ordinaria non sono mutate nemmeno dall'eccezionalità di quell' evento. Insomma chi nasce mediocre muore mediocre.


sabato 16 maggio 2009

AmaraTerramia

Caro anonimo, sapevo dell'incendio di pneumatici il 12 maggio a Marcianise (CE). Non ne volevo parlare perchè c'è un unico modo per sopravvivere a tutto questo scempio: dimenticarlo. E' una scelta da vigliacchi, direte. E io vi rispondo: si lo è. Perchè c'è un'altra sola alternativa: andarsene il più lontano possibile dalla Campania incenerita.
(guardatevi quest'altro video, cari eredi dei normanni...)

venerdì 15 maggio 2009

Archeologia del presente

Quando lessi La Chimera di Sebastiano Vassali ne comprai perlomeno una ventina di copie regalandole alle mie amiche che furono costrette a conoscere la storia drammatica di Antonia, la protagonista del racconto. Da allora ho sempre letto questo autore contemporaneo, perché mi piace la sua scrittura semplice e senza pretese. "Archeologia del presente" racconta la storia di Leo e Michela che, giovanissimi nel 68, partecipano all'idea rivoluzionaria di cambiare il mondo. Un cambiamento che si pensava dovesse partire dalla scuola e dal sovvertimento di tutti quei valori borghesi che sembravano ormai tramontati. Il 68 fu per la pace e l'ambiente, la parità tra i sessi, e le medicine alternative. Leo e Michela lottano con tutte le loro forze e i loro limiti per difendere i principi in cui credono, ma alla fine si dovranno arrendere agli eventi. Archeologia del presente perché l'autore scava nella propria memoria i ricordi polverosi, li riporta alla luce e ricompone un'idea triste della vita. Nelle ultime pagine si legge: "Gli uomini s'inseguono, si accoppiano, cercano di sopraffarsi, si accudiscono si derubano, si commemorano e si ammazzano e fanno tantissime altre cose, ma dietro questo fervore di superficie non succede niente d'importante. Il mondo va dove vuole lui, e non dove noi vorremmo che andasse" Inevitabile il ricordo di una canzone di G.Gaber: La mia generazione ha perso, ma soprattuto dei versi dell'Iliade (LibroVI) citati anche nel romanzo: "Quale delle foglie, tale è la stirpe degli umani. Il vento brumal le sparge a terra, e le ricrea la germogliante selva a primavera. Così l'uom nasce, così muor"

giovedì 14 maggio 2009

Tutto difficile


Quello che nelle altre città italiane è semplice e naturale in Campania, e soprattutto nell'agro aversano, diventa una missione impossibile. Se un normale cittadino cerca di capire perché, ancora oggi, le strade sono piene di rifiuti e la differenziata è un miraggio, si perde nei meandri dell'assurdo: gare di appalti difficili, leggi inapplicabili. La prima foto (scattata stamattina) si riferisce alla chiesa di Santa Maria a Piazza la più antica di Aversa risalente a un periodo anteriore all'arrivo dei Normanni (1030). Ecco come viene rispettata la nostra storia e il nostro passato. E' tutto cosi difficile perché veniamo da anni di anarchia e di cattiva gestione della cosa pubblica, le cose non si cambiano da un giorno all'altro, si possono solo nascondere, camuffare e rimandare. E intanto ci abitueremo a vivere nei rifiuti.
Ps: il mio blog è consultabile anche dal sito dell'Espresso

sabato 9 maggio 2009

L'eterno Banchetto

"Continuiamo imperterriti a tagliare foreste, inquinare fiumi, seccare laghi, spopolare oceani, allevare e massacrare ogni sorta di animali perché questo - ci dicono gli scienziati economisti - produce benessere. E col miraggio che più benessere vuol dire più felicità, investiamo tutte le nostre energie nel consumare, come se la vita fosse un eterno banchetto romano in cui si mangia e si vomita per poter rimangiare". (Tiziano Terzani)
(Bruegel il Vecchio: Il banchetto nuziale)

venerdì 8 maggio 2009

Vecchi rimbambiti

Il buon senso è una rarità. La verità è una rarità. Tutti a contare le gaffe, a scrutare da guardoni le vite degli altri cosi lontane e cosi irreali. Tutti a parlare di morale per un divorzio. Tutti a giudicare. Il dito puntato ancora sulle donne, sui loro corpi esibiti, sull'etica mortificata. E' il grande fratello, è la tivù spiona delle vite, è la politica semiseria e le chiacchiere, le tavole rotonde, i dibattiti. Distraiamoci. E intanto un'intera parte dell'Italia muore. Il dossier di Legambiente sulle ecomafie è stato riportato da pochi giornali e non come prima notizia. Tra una ventina di anni tutti avranno dimenticato Veronica e Noemi , la festa in discoteca, e le candidate veline. Ma i nostri figli dovranno fare i conti con un ambiente distrutto e avvelenato dai nostri egoismi, dalla nostra incapacità di guardare lontano. E allora ci chiederemo da cosa siamo stati distratti e noi, vecchi rimbambiti, non ce lo ricorderemo.
(La foto è si riferisce a Teverola (CE) maggio 2009)

lunedì 4 maggio 2009

Il maestro di Vigevano




La letteratura elenca una miriade di scrittori "minori" che, molto spesso, di minore non hanno niente. E ' il caso di Lucio Mastronardi (scoperto prima da Elio Vittorini e poi da Italo Calvino) e del suo "Il maestro di Vigevano". Siamo negli anni del boom economico; in una piccola città della provincia pavese il maestro Mombelli fa fatica a tirare avanti col suo misero stipendio. Sua moglie Ada sente l'esigenza di una vita migliore e i due finiscono col rappresentare due mondi: quello contadino e povero che appartiene al passato e quello dell'industrializzazione e del consumismo che avanzano. L'eterna dicotomia essere/avere. Momenti drammatici intervallati da una involontaria comicità, fanno da sfondo a questa vicenda umanamente triste. Durante un litigio con la moglie il maestro le chiede affettuosamente: cosa ci è successo? perchè siamo cosi cambiati? e la moglie gli risponde: non siamo cambiati noi, è cambiato il mondo. La storia del maestro Mombelli è famosa non tanto per l'opera letteraria ma per il film di Elio Petri con Alberto Sordi che magistralmente lo interpreta. Anche nel film il divario tra passato e presente, la crisi del ceto medio impiegatizio e la sotto-cultura dei nuovi arricchiti è il tema dominante. Leggere il libro e guardare il film subito dopo, trasporta in un mondo che non c'è più; la sottocultura dei nuovi arricchiti, che ieri rappresentava una minaccia col suo prepotente ingresso nella storia, oggi non è nemmeno più ritenuta tale. Esiste più un divario tra cultura e sottocultura? E' ancora possibile scegliere tra essere e avere?