"Nati due volte" è' il romanzo di Giuseppe Pontiggia che nel 2001 ha vinto il premio Campiello. L'ho letto per caso, un caso fortunato. Si racconta dell'iter difficile e drammatico di un padre "costretto", dall'imprevedibilità della vita, a fare i conti con l'handicap del figlio. E' come spostare la propria visione della vita su un'altra traiettoria, in un altra dimensione, dove anche versare un bicchiere d'acqua o scendere alcuni gradini diventa una missione impossibile. Ma la vera tragica difficoltà che, in fondo, accomuna tutti gli uomini, normali e non, è quella di accettare la diversità. Il disabile si abitua al suo fardello, ne diventa complice, ma chi , invece, vive fuori da questo spazio sente il peso dell'handicap, greve e insostenibile, e fa fatica ad accettare la realtà. "Nati due volte" perchè i bambini disabili possono rinascere una seconda volta, grazie all'amore e all'intelligenza e al calore dei propri genitori. Un libro da far leggere a chi da tutto per scontato, a chi crede che tutto gli sia dovuto, a chi vede solo il proprio piccolo mondo.
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