martedì 10 febbraio 2009

Pranzo di ferragosto

Non in tema con questo inverno piovoso, fuori dai circuiti cinematografici commerciali, il film "Pranzo di ferragosto" di Gianni di Gregorio è stato una sorpresa. In una Roma deserta Gianni si occupa della vecchia madre; attaccato al bicchiere, cucina e ne esaudisce tutti i desideri. Gianni è pieno di debiti e quando l'amministratore condominiale gli promette di eliminare qualche spesa dal suo conto in cambio di assistenza a sua madre, egli non sa dire di no. Per un giro di eventi le anziane d'accudire, nel giorno di ferragosto, diventano tre. Nel piccolo appartamento sono costrette a confrontarsi vite diverse e già vissute; gli acciacchi, l'illusione di una di loro che si sente ancora in gioco, l'atteggiamento despota della madre, sembrano rendere il clima difficile e insostenibile. La telecamera impietosa riprende in primo piano le rughe delle donne, solchi profondi sul collo, sul viso, sulle mani magrissime, quasi a sottolinearne la bellezza inevitabile. Ma alla fine prevale quel lato gioioso e infantile degli anziani, e l'ultima scena li riprende a ballare tutti insieme felici di essere usciti, solo per un giorno, dalla loro triste e solitaria solitudine.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Il film è un chiaro esempio di come sia possibile fare un buon prodotto cinematografico senza spendere tanti soldi. Il regista, attraverso una storia apparentemente semplice, utilizzando la telecamera come un dilettante e attori presi dalla strada, con linguaggio efficace e con intelligente ironia, riesce a lanciare un messaggio corale e universale di umana solidarietà e di accoglienza e rispetto dell'altro: valori veri ed autentici che, ritengo, siano ormai in via di estinzione. Il giorno di Ferragosto per la comitiva di simpatiche "vecchiette" coincide con l'inizo di una nuova vita all'insegna della condivisione e dello stare insieme con rinnovata energia e voglia di vivere. Il film,quindi, come metafora di riscatto umano da un futuro di solitudine, ma anche un felice tentativo di un moderno neorealismo da incoraggiare e far conoscere!
Giuseppe Fici