sabato 7 febbraio 2009

Sotto Scorta

Ieri incontro alla libreria Guida di Capua con il magistrato Raffaele Cantone e la giornalista del "Il Mattino" Rosaria Capacchione. I due ospiti si sono dimostrati profondi conoscitori della realtà campana. Cantone ha anche parlato del ruolo della magistratura nella realtà italiana, di com'è cambiata la camorra in questi ultimi vent'anni. La Capacchione invece ha, tra l'altro, criticato il carcere duro e il 41/bis, una lezione di grande civiltà la sua : "nemmeno al mio più acerrimo nemico augurerei questo tipo di carcere" ha detto. Ma io voglio soffermarvi su un altro punto. Sia Cantone che la Capacchione sono sotto scorta. E il dibattito si è svolto sotto gli occhi vigili della scorta. Visi da ragazzi, con i muscoli facciali sempre tesi, senza nemmeno un lontano e involontario accenno di sorriso, erano lì, contrasto stridente con il contesto: i libri sugli altissimi scaffali, gli aperitivi del bar, il cortile di questo bellissimo palazzo storico, la gente che si saluta, erano l'antitesi della scorta. Mi sono fatta domande sulla loro vita, su come si può vivere sentendosi continuamente in pericolo, e sul perchè si debba proteggere due persone coraggiose come la Capacchione e Cantone che hanno solo fatto il loro lavoro. Nei loro auricolari avrei voluto far arrivare un saluto.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

“Ogni giorno che Dio manda in terra dobbiamo difenderci da una nuova legge, un decreto, un emendamento, un esproprio dei nostri diritti civili”, dice Beppe Grillo.
Difenderci?
Ma il fronte è sfondato e non ci sono possibilità di difesa e tanto meno di controffensive.
Illusioni!
Siamo alla ritirata disastrosa... disperata.
Il regime fascista ha già vinto! Ed è un regime fascista peggiore di quello storico, ché almeno allora sopravviveva, seppure nelle carceri o in esilio, una classe dirigente preparata, seria, onesta.
Sopravvivevano enormi masse di incrollabili antifascisti disposte alla lotta, masse compatte pronte ad esplodere e da tenere costantemente a bada con la forza, la violenza.
Insomma allora la speranza era una parola dal significato certo: era attesa concreta, reale, tangibile... fiducia di poter risorgere per realizzare un paese migliore.
E il giorno arrivò e fu luminoso.
Oggi la parola ha perso il significato, si è svuotata, è un contenitore vuoto che fa orrore, ma solo ai pochi che mantengono un minimo di lucidità, di spirito critico e sono condannati impotenti ad oscillare dall’urlo della disperazione al silenzio della rassegnazione.
A cosa è ridotto quello che fu il paese culla di diritto e di cultura, il paese della brava gente? E' un paese allo sbando,senza l’ombra di una opposizione irrimediabilmente consegnato a bande di violenti malfattori.
Horror vacui.

Maria Grazia Mazzoni ha detto...

per ectobius
Da un punto di vista storico, questo momento non è certo peggiore degli altri. Il regime fascista non sta vincendo solo in Italia, ma in gran parte del mondo. Berlusconi o no , sta vincendo la repressione dell'individuo, delle idee, delle capacità, dei desideri e dei sogni.