E’ un dato di fatto: Zapatero ha cambiato il volto di una nazione.
Nella cattolicissima Spagna ha introdotto il divorzio breve, il matrimonio tra coppie omosessuali, l’adozione di figli anche per le coppie di fatto, ha liberalizzato la fecondazione assistita, ha ridotto l’Iva sui pannolini per anziani e bambini, sui preservativi e sugli assorbenti, ritenuti generi di prima necessità. Tutto questo senza permettere alla Chiesa di intervenire, in difesa di una laicità del governo che il premier spagnolo considera sempre una priorità. In questa ottica ha eliminato dalle scuole l’obbligo di insegnamento della religione cattolica, e introdotto come materia scolastica un’educazione civica, con principi così fondamentali che vanno bene per tutti: laici e cattolici, spagnoli e non. E quando la Chiesa ha minacciato un suo intervento Zapatero ha risposto “ bene ..allora parliamo dei soldi pubblici alla Chiesa “. Fine dello scontro: anni luce dall’Italia. Zapatero, dopo le elezioni di marzo resterà in carica altri 4 anni e dopo il solenne giuramento davanti al re Juan Carlos, annuncia il suo esecutivo: nove donne e otto uomini. Una conquista fatta senza passare per il ridicolo iter delle quote rosa. Ma per le donne il premier ha fatto di più; ha adottato nuove misure per la violenza domestica, misure di allontanamento cautelari e pene più dure per gli uomini violenti. Altro che pari opportunità! E non sono solo chiacchiere: quest’anno sono stata a Barcellona e a Madrid. Il cambiamento è tangibile e concreto, fosse solo per l’amorevole attenzione che gli spagnoli dedicano alla sicurezza e alla pulizia quotidiana delle loro città. Ma come ha fatto Zapatero? Come ha fatto tutto questo senza possedere nemmeno una piccola emittente? Con un vecchio , e mai superato principio: mano ferma e mano tesa. Come egli stesso annunciò: “Governerò per tutti ma soprattutto per coloro che non hanno tutto e per far diventare realtà le aspirazioni delle donne. Governerò con mano ferma ma tesa verso gli altri.”
Nella cattolicissima Spagna ha introdotto il divorzio breve, il matrimonio tra coppie omosessuali, l’adozione di figli anche per le coppie di fatto, ha liberalizzato la fecondazione assistita, ha ridotto l’Iva sui pannolini per anziani e bambini, sui preservativi e sugli assorbenti, ritenuti generi di prima necessità. Tutto questo senza permettere alla Chiesa di intervenire, in difesa di una laicità del governo che il premier spagnolo considera sempre una priorità. In questa ottica ha eliminato dalle scuole l’obbligo di insegnamento della religione cattolica, e introdotto come materia scolastica un’educazione civica, con principi così fondamentali che vanno bene per tutti: laici e cattolici, spagnoli e non. E quando la Chiesa ha minacciato un suo intervento Zapatero ha risposto “ bene ..allora parliamo dei soldi pubblici alla Chiesa “. Fine dello scontro: anni luce dall’Italia. Zapatero, dopo le elezioni di marzo resterà in carica altri 4 anni e dopo il solenne giuramento davanti al re Juan Carlos, annuncia il suo esecutivo: nove donne e otto uomini. Una conquista fatta senza passare per il ridicolo iter delle quote rosa. Ma per le donne il premier ha fatto di più; ha adottato nuove misure per la violenza domestica, misure di allontanamento cautelari e pene più dure per gli uomini violenti. Altro che pari opportunità! E non sono solo chiacchiere: quest’anno sono stata a Barcellona e a Madrid. Il cambiamento è tangibile e concreto, fosse solo per l’amorevole attenzione che gli spagnoli dedicano alla sicurezza e alla pulizia quotidiana delle loro città. Ma come ha fatto Zapatero? Come ha fatto tutto questo senza possedere nemmeno una piccola emittente? Con un vecchio , e mai superato principio: mano ferma e mano tesa. Come egli stesso annunciò: “Governerò per tutti ma soprattutto per coloro che non hanno tutto e per far diventare realtà le aspirazioni delle donne. Governerò con mano ferma ma tesa verso gli altri.”
Nessun commento:
Posta un commento