domenica 22 marzo 2009

Fortapasc

Il film di Marco Risi racconta la storia di Giancarlo Siani ucciso nel 1985 a soli 26 anni. Giancarlo lavorava per Il Mattino ed è stato l'unico giornalista ucciso dalla camorra. Nella sala buia del cinema ho provato le stesse sensazioni di quando ho visto Gomorra. Luoghi familiari e dinamiche di vita conosciute. Da sfondo un degrado ambientale tutto campano: i palazzi sempre simili a ruderi, le costruzioni mai finite e la bellezza delle spiagge e del mare soffocata dall'incuria e dall'inciviltà. La giovinezza di Giancarlo Siani fa tenerezza tanto che vorresti avvisarlo, metterlo in guardia, proteggerlo . Egli per primo capi e denunciò il legame tra la camorra e la politica e pagò con la sua giovane vita. E allora alle scene del film se ne aggiungono altre, personali, fatte di ricordi: i roghi neri dei rifiuti, le notizie di tutti i morti ammazzati, le ingiustizie, l'omertà, la paura. Qualche anno fa pensavo di essere l'unica a definire la mia terra una riserva indiana, invece già negli anni ottanta era Fortapasc.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Bel film, triste e sconvolgente.
Ma qui la realtà è questa. E a cosa è servito il sacrificio di Siani ??' a niente. Solo a ricordare un altro morto.

Sara

Anonimo ha detto...

bel film. Io invece mi chiedo cosa pensa chi non è del sud?? poveri noi.....

ghetti marco ha detto...

Posso rispondere in parte alla domanda cosa pensa chi non è del sud. Io sono del centro-nord, ovviamente non sono un campione rappresentativo della popolazione, ma posso portare solo il mio pensiero. Alcuni giorni fa ho visto in TV un servizio sui rifiuti, erano tanti scaricati abusivamente.Sopra si vedevano lastre di eternit rotte.Hanno spiegato che quando diventano troppi, i rifiuti vengono incendiati, compreso l'eternit, che combustionando libera nell'aria filamenti di amianto, altamente cancerogeno,questi filamenti si depositano nella terra e fanno ammalare di cancro. Queste notizie Graziella ce le dava da tempo qui' nel suo blog. Per noi è imcomprensibile che ci siano persone che compiano certi gesti. Incendiare l'etrnit, significa contaminare l'ambiente circostante, non solo la terra degli onesti. Il camorrista o chi per lui appicca il fuoco, contamina anche i suoi figli, i suoi familiari, non esistono persone immuni, non sono i soldi guadagnati da queste operazioni delinquenziali che ti salvano la vita. Quindi fare del denaro l'unico scopo di vita, a scapito della salute anche dei tuoi cari, mi dite che senso ha? Saluti.

Anonimo ha detto...

Film intenso e sentito, non si nota neanche che si tratta di una rappresentazione, sembra quasi di guardare la vita del protagonista dal buco di una serratura.
E' umiliante e immensamente triste che da noi al sud non si possa vivere normalmente..o si farte del sistema o si deve essere per forza eroi.
Il mio pensiero non può non andare a Roberto Saviano e a chi ha perso i propri cari per questa testimonianza, senza che dopo 20 anni nulla sia cambiato, con la complicità omertosa di tutti noi nord e sud che stiamo a guardare.
Rossella - Bologna

Maria Grazia Mazzoni ha detto...

Grazie a Rossella,
"nord e sud che stanno a guardare"
è il fulcro del problema. Grazie