giovedì 13 marzo 2008

Non è un paese per vecchi


L’oscar per un film è spesso un limite , nel senso che lo spettatore si aspetta un capolavoro.Il film dei fratelli Coen “ Non è un paese per vecchi “ è molto di più: raffinato, anomalo , difficile.
Llewelyn Moss trova, in una zona desertica, un camioncino circondato da cadaveri. Il carico è di eroina e in una valigetta ci sono due milioni di dollari. Llewelyn è una persona onesta ma quel denaro lo tenta troppo. Decide di tenerselo .Inizia la fuga di Moss con quella simbolica valigetta,e una serie di eventi a catena che non si fermano più. Moss ha alle calcagna un misterioso e sanguinario inseguitore, il classico serial killer psicopatico , e non manca la figura dello sceriffo che , però , non riesce a fermare quella scia di sangue. In un solo film ci sono tutti gli elementi del western ; gli spazi, le pistole, le inquadrature dei morti nella polvere , e del trhiller ; il sangue , la tensione .Il richiamo a Tarantino è scontato , ma qui i personaggi sono diversi , mancano di ironia e piuttosto sottolineano un “ male di vivere” tutto contemporaneo. Indimenticabile la scena del serial killer con il commesso dell’emporio ; paura , tensione e imprevedibilità ; il commesso, infatti , è l’unico ad essere risparmiato dalla furia omicida perché rispetto alle altre vittime ascolta con pazienza l’assassino
Il luogo dell’azione è la frontiera messicana, uno sfondo ambiguo, senza identità ; insomma siamo ai confini di un grande paese ma anche ai confini dell’umanità.

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