Sette piani è un racconto di Dino Buzzati .
E´ la storia di Giuseppe Corte che si reca in un sanatorio per curarsi. La sua stanza è al settimo piano; è calda e accogliente .Tutta la struttura sembra un grande albergo.Dopo qualche giorno Giuseppe conosce la particolarità di quel posto: i malati sono divisi per piano a seconda della gravità della malattia : " il sesto era destinato ai malati non gravi ma neppure da trascurare. Al quinto si curavano affezioni serie e così di seguito , di piano in piano. Al secondo erano i malati gravissimi. Al primo quelli per cui era inutile sperare."
Giuseppe è felice di essere al settimo e affacciandosi guarda le finestre del primo con un sentimento misto di paura e compassione.Dopo dieci giorni un infermiera gli chiede, con estrema cortesia , di trasferirsi al sesto piano perché la sua deve essere occupata da una signora con due bambini. " E´ una sistemazione assolutamente provvisoria " dice con voce rassicurante. Giuseppe scende a malincuore al piano di sotto .Il ritmo del racconto a questo punto incalza ; come se la discesa fosse inevitabile . Prima il sesto, poi il quinto e cosi via via fino al primo..Stupisce la reazione del protagonista che nei primi traslochi si arrabbia e si ribella con determinazione , all´ultimo è arreso e senza più controllo sulla propria emotività. E´ arrivato al primo piano senza accorgersene ." ma come mai la stana si faceva così improvvisamente buia? Era pur sempre pomeriggio pieno. Con uno sforzo supremo Giuseppe Corte , che si sentiva paralizzato da uno strano torpore , guardò l´orologio, sul comodino, di fianco al letto. Erano le tre e mezzo. Voltò il capo dall´altra parte, e vide che le persiane scorrevoli, obbedienti a un misterioso comando, scendevano lentamente, chiudendo il passo alla luce " .
La clinica è l´emblema della caducità della vita e Giuseppe quello del disagio della solitudine .Il racconto è come se dicesse: una volta caduti così in basso non si può più risalire.
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