lunedì 12 marzo 2012

Auditorium

Nell'auditorium ’Caianiello’, pieno in ogni ordine di posto e oltre, l’associazione politico-culturale Democrazia & Territorio ha dato il via alla campagna elettorale per le prossime iniziative del 5-6 maggio, presentando alla città e al numeroso pubblico presente in sala il primo importante punto del suo programma. “Una città normale è una città solidale – I servizi alla persona e alla comunità” è stato il tema del convegno che si è tenuto nell’ex macello. Una manifestazione che ha raggiunto l’obiettivo di presentarsi come gli stati generali del Terzo Settore, in un territorio dove spesso i servizi sociali diventano motivo di clientele e assistenzialismo, mentre le associazioni di volontariato sostituiscono le istituzioni locali, limitate nelle loro azioni da carenze economiche e di gestione.

martedì 6 marzo 2012

Città Solidale


Il primo di una serie di appuntamenti con la città, quello che l’associazione politico-culturale Democrazia & Territorio ha organizzato per venerdì 9 marzo alle ore 18.00 presso la sala ‘Caianiello’ dell’ex macello di Aversa. Dopo la conferenza stampa di presentazione del programma dell’11 febbraio scorso ed in vista delle prossime elezioni amministrative del 5 e 6 maggio, il sodalizio guidato da Antimo Castaldo è pronto a confrontarsi con associazioni, O.N.L.U.S. e singoli cittadini su un tema che è al primo punto nel suo progetto di governo della cittadina normanna. “Una città normale è una città solidale – I servizi alla persona e alla comunità” è il titolo del convegno, un’assemblea che si presenta come gli stati generali del Terzo Settore, in un territorio dove spesso i servizi sociali diventano motivo di clientele e assistenzialismo, mentre le associazioni di volontariato sostituiscono le istituzioni locali, limitate nelle loro azioni da carenze economiche e di gestione.
Quattro saranno i relatori che, partendo dalle parole d’ordine benessere, solidarietà e sussidiarietà, interverranno secondo le proprie competenze, sviluppando i temi programmatici, evidenziando problematiche, indicando possibili soluzioni. Gennaro Golia, medico pediatra ed ex sindaco di Aversa, parlerà di diritto alla salute e ruolo dei Comuni nella sanità. Ferdinando Tavasso, sociologo, farà un’analisi su quali interventi può effettuare un ente locale per trasformare quelle che vengono considerate forme di assistenza in veri e propri diritti sociali.Nicola Iorio, presidente della Cooperativa Sociale Iride Onlus affronterà il tema delle difficoltà del Terzo Settore in una realtà complessa come quella aversana. Infine, la psicologa Eleonora Russo, illustrerà i rapporti fra professionisti del sociale e istituzioni locali nei servizi alle persone e alle famiglie, evidenziando le criticità più frequenti.


Un mio pensiero, in questo mondo di uomini, alle donne.

domenica 4 marzo 2012

La bestia umana


Ho appena finito di leggere "La bestia umana" di Emile Zola, promettendo a me stessa di continuare con un altro romanzo del ciclo dei Rougon-Macquart . Protagonista del romanzo è il treno, conquista ottocentesca del progresso, che sembra quasi vivo: sbuffa, corre, si ferma, si riposa, muore. E sul treno, sui binari s'intreccia una vicenda di amore, passione e morte. La bestia è l'uomo che si arrende alle sue ataviche pulsioni: l'amore, la gelosia, la sete di vendetta e di potere. Questo libro mi ha fatto anche pensare alla TAV e alla rivolta della val di Susa. Mi sembra tutto così semplice: perchè ostinarsi a realizzare un'opera pubblica se gran parte dei locali non la vuole? Nessun opera pubblica può essere vantaggiosa se il prezzo da pagare è la terra, l'ambiente. Il progresso è promuovere la cultura, alimentarla, cercarla a qualsiasi prezzo. Se i campani avessero difeso, con la stessa forza dei no TAV, la loro terra a ogni tir carico di veleni sversato in qualche buco, se avessero gridato davanti ai roghi dei rifiuti, se fossero scesi in piazza contro un'emergenza rifiuti durata troppi anni, se avessero difeso la loro terra con la stessa passione e convinzione e rabbia degli abitanti della Val di Susa oggi non staremo a parlare di una Campania felix che non esiste più. Bisogna lottare, perchè "la bestia umana" è sempre in agguato. Roberto Saviano
Un grazie alla mia amica Maddalena

martedì 28 febbraio 2012

Territorio sottratto

Roberto Saviano ha detto che "la bellezza sottrae territorio alla criminalità". La bellezza è un museo, è un parco, è la storia conservata e rispettata. La bellezza è la civiltà, è la giustizia. La bellezza è la felicità pretesa come un diritto. La bellezza è la consapevolezza. La bellezza è pensare. Come può la politica (e la criminalità) permettere la bellezza? A Casoria, un paese vicino Napoli, si lotta da anni per difendere un museo prestigioso, il Cam . "E’ da irresponsabili giocare con le parole cercando di innescare una guerra tra poveri, tra musei cosiddetti grandi e musei cosiddetti di provincia. Non esiste una cultura di serie A e una di serie B, esiste la cultura, e basta. Resta invece il fatto che chiudere un Museo, uno spazio culturale, un teatro, una biblioteca, è sempre follia. La follia degli ignoranti e degli irresponsabili. Se ci sono direttori che devono pagare per le proprie scelte li si licenzi, li si mandi al confino, li si metta alla gogna, ma per l’amor di Dio, per l’amor della cultura, per l’amor della città, non si chiuda mai un museo." Antonio Manfredi direttore del CAM La Repubblica

lunedì 27 febbraio 2012

Intelligenze


Democrazia e Territorio ha promosso una serie d’incontri per un confronto programmatico (inizio a parlare politichese?) con associazioni e partiti politici. Dopo una settimana di parole e considerazioni traggo le prime personali conclusioni: i programmi sono tutti nobili, civilissimi e pieni di buone intenzioni ma troppo lontani dalla quotidianità. Ad Aversa si pensa a costruire nuovi parchi mentre l’unico polmone verde della città, il parco Pozzi, è stato sempre trascurato; si pensa a "la città della musica" in una città in cui l'80% delle scuole non è ufficialmente agibile; si pensa alla recupero dell'OPG (ospedale psichiatrico giudiziario) e con la differenziata siamo ancora all'anno zero. Questa è la politica. Altra amara considerazione: ho sentito parlare persone intelligenti e preparate, colte e molto competenti. Questo mi ha risollevato il morale ma mi chiedo: perchè il Sud, stracolmo d'intelligenze, è sempre e solo il Sud ?

lunedì 20 febbraio 2012

Ma che freddo fa



Mentre tutte le città d'Italia ampliano le zone a traffico limitato, Aversa va controcorrente (che avanguardia!) e chiude l'isola pedonale fino al 16 marzo, perchè fa freddo (nemmeno un fiocco di neve!), perchè c'è crisi e perchè i commercianti si lamentano. E allora si accoglie la loro richiesta e tutti in auto a fare spese per il centro storico, ma si! Utilizziamo le strisce blu, i parchimetri, sprechiamo benzina, inquiniamo l'aria, l'importante è comprare, consumare, combattere la crisi. La vera crisi non è quella economica. E' la crisi della razionalità che fa governare in modo settoriale accontentando, a turno, categorie di persone che non rappresentano tutti e perdendo di vista valori fondamentali come la vivibilità di una città. l'Espresso blog

mercoledì 15 febbraio 2012

Specchio

Il festival di Sanremo è lo specchio dell’Italia. Uomini che sanno di stantio, donne giovani e avvenenti. Parole scritte sul gobbo e lette male. Pochi sanno pensare in diretta. Le canzoni marginali rispetto a tutto il resto. Una gara inesistente perché s’inceppa il meccanismo del voto. In questa confusione chi verrà premiato: il più bravo? Il più fortunato? Il più potente? In questo teatro dell’assurdo vince l’ignoranza perché l'ignoranza rimuove il coraggio di abdicare, di guardare con distacco e saggezza il mondo che cambia, ti fa illudere che, ignoranti, lo siano anche tutti gli altri, laici e cattolici, tanto da non poter capire il vuoto che c’è dietro e davanti allo specchio. Tra tutti gli articoli che ho letto sull'argomento va citato quello di Davide Rondoni e la scarna ma significativa risposta dell'Avvenire L'Espresso blog

giovedì 9 febbraio 2012

Fontamara

Fontamara, il libro di Ignazio Silone , fu pubblicato in lingua tedesca a Zurigo nel 1933 e fu ignorato in Italia per almeno un ventennio. Solo leggendolo si capisce perchè. Fontamara è il paese che non c'è, un paese che lo scrittore colloca in Abruzzo ma che potrebbe trovarsi ovunque ci siano degli oppressi, in qualunque parte del mondo e in qualunque momento storico. E' la storia dei "cafoni", poveri contadini a cui viene tolto tutto: la luce, la terra e persino l'acqua. I cafoni non hanno diritti da così tanto tempo che non immaginano più una realtà diversa.
"Dopo la pace tra il papa e il Governo [...] il curato ci spiegò dall'altare che cominciava anche per i cafoni una nuova epoca. Ecco che quella notte io vidi in sogno: il papa discutere col Crocifisso. Il Crocifisso diceva: "Per festeggiare questa pace sarebbe bene distribuire la terra del Fucino ai cafoni che la coltivano e anche ai poveri cafoni di Fontamara che sono sulla montagna senza terra". Il papa rispondeva: "Signore, il principe non vorrà mica. E il principe è un buon cristiano diceva: "Per festeggiare questa pace sarebbe bene dispensare almeno i cafoni dal pagare le tasse". Il papa rispondeva: "Signore, il Governo non vorrà. E i governanti sono anch'essi buoni cristiani". Il Crocifisso diceva: "Per festeggiare questa pace, quest'anno manderemo un raccolto abbondante soprattutto ai cafoni e ai piccoli proprietari". Il papa rispondeva: "Signore, se il raccolto dei cafoni sarà abbondante, i prezzi ribasseranno, e sarà la rovina di molti commercianti. Anch'essi meritano riguardo, essendo buoni cristiani". Il Crocifisso molto si rammaricava di non poter far nulla per i cafoni senza far del male ad altri buoni cristiani. Allora il papa gli propose: "Signore, andiamo sul posto. Forse sarà possibile fare qualche cosa per i cafoni che non dispiaccia né al Governo, né ai ricchi". Così, la notte della Conciliazione, Cristo e il papa vennero attorno al Fucino. [...]Cristo andava avanti con una grande bisaccia sulle spalle; dietro gli andava il papa, che aveva il permesso di prendere dalla bisaccia qualunque cosa che potesse giovare ai cafoni. I due Viaggiatori Celesti videro in tutti i villaggi la stessa cosa. I cafoni si lamentavano, bestemmiavano, litigavano, si angustiavano, non sapevano che cosa mangiare né vestire. Allora il papa si sentì afflitto nel più profondo del cuore, prese dalla bisaccia una nuvola di pidocchi di una nuova specie e li lanciò sulle case dei poveri, dicendo: "Prendete, o figli amatissimi, prendete e grattatevi. Così nei momenti di ozio, qualche cosa vi distrarrà dai pensieri del peccato." Oggi, come allora, valgono solo tre leggi: "la legge dei preti, la legge dei padroni e la legge dell'abitudine". Leggetelo e capirete dei meccanismi sociali che oggi sono cambiati solo nella forma ma non nella sostanza.

martedì 7 febbraio 2012

Sarà normale vivere bene



Il programma dell’associazione ‘Democrazia e Territorio’ sarà illustrato nel corso della conferenza stampa di sabato 11 febbraio alle ore 10,30 presso sede di via Seggio 103 ad Aversa. ARTICOLO

"In questa città sarà normale vivere bene" lo slogan di Democrazia e Territorio, è già un programma. Perchè la normalità presume di non dover chiedere piaceri per ottenere un diritto, perchè normale è rispettare l'ambiente, perchè normale è promuovere la cultura, perchè normale è pretendere una qualità di vita migliore.

Foto, Aversa, il campanile del Duomo

giovedì 2 febbraio 2012

Democrazia e Territorio


A maggio gli aversani voteranno per un nuovo sindaco. La città è stata per 10 anni amministrata dalla giunta Ciaramella (centro destra). Oggi ad Aversa la raccolta differenziata non è ancora partita seriamente e questo, per me, è già un suffuciente elemento per giudicare l'operato dell'amministrazione uscente. Anche ad Aversa, come nel resto d'Italia, la gente è stanca della vecchia politica, delle parole vuote, delle promesse non mantenute, dei risultati mediocri, del denaro pubblico sperperato, ed è per questo che si riunisce in comitati ed associazioni con la speranza di non essere fagogitata dalla politica tradizionale. L'associazione Democrazia e territorio , di cui faccio parte, e che si presenterà alle prossime elezioni, ha lavorato per 2 anni alla stesura di un programma e lo slogan di apertura "In questa città sarà normale vivere bene" dice già tutto. Perchè in questo sud del sud la normalità è un lusso. Tutto quello che altrove è usuale e comune qui diventa eccezionale. Vi terrò informati sulle varie iniziative ma soprattutto sulle linee principali del programma.

lunedì 30 gennaio 2012

The Artist



Un film muto e in bianco e nero, di questi tempi, è già un evento. Oggi le parole scorrono incontrollabili, svuotate di significato e di finalità comunicative. Si parla tanto per parlare, per colmare dei vuoti esistenziali ed emotivi. Il film "The Artist", non è in 3D, non è spettacolare, non ha una trama avvincente, nessun bacio, nessuna scena erotica e nemmeno una parola. Eppure quel mutismo ti riporta in un lontano mondo cinematografico, con esilaranti scene che ricordano l'ironia di Buster Keaton (il cane e il poliziotto) e Charlie Chaplin, un cinema in cui la realtà e lo sguardo dello spettatore sono i protagonisti assoluti. Un film che riafferma l'importanza della semplicità, l'inutilità degli orpelli e la sterilità delle parole.

venerdì 18 novembre 2011

Caserta

Ecco com'è ridotta, in questi giorni, la città vanvitelliana. I motivi non ve li voglio nemmeno raccontare tanto sono i soliti; non ci sono gli stipendi per gli operatori ecologici, qualche sciopero ecc, scegliete voi. Il vero dramma è che, pur pagando la tarsu più alta d'Italia, in Campania si convive (anche) con i cumuli di rifiuti. Piano piano ci stiamo abituando. Presto diventerà la normalità.

venerdì 11 novembre 2011

Altro giro, altra corsa



Così gridavano i vecchi giostrai quando la giostra stava per fermarsi all'ultimo giro, prima d'iniziare un'altra corsa con altri passeggeri. Ho i brividi quando sento la parola spread, quando s'ipotizza un governo tecnico, illeggittimo perchè non voluto dalla maggioranza degli italiani, e quando sento i nomi dei politici "nuovi" con una età media di 60 anni. Molti hanno sognato questo momento, molti non vedevano l'ora di gioire per la fine di Berlusconi e prima delle sue dimissioni hanno già sventolato le bandiere della vittoria. Gli italiani veri non sono stufi solo del loro premier sono stanchi e disgustati dalla politica, dall'economia, dalle banche, dalla diseguaglianza sociale e presto odierano il governo che verrà come hanno odiato Silvio.

giovedì 10 novembre 2011

This must be the place


Paolo Sorrentino ha diretto un film che è più d'ascoltare che da vedere. Le musiche, bellissime, quasi una storia del rock. Le scene si susseguono un pò lente, passando da una triste e ferma periferia di Dublino a un'America senza grattacieli ma con grandi spazi infiniti. Sean Penn recita la parte di una rock star cinquantenne, Cheyenne, che vive in una lussuosa villa grazie ai guadagni di un successo che appartiene al passato con la moglie che, come tutte le mogli del mondo, è un pò amante e un pò mamma. Cheyenne ha un trucco esagerato, una latente depressione e infantili paure. E' un bambino mascherato, divorato dagli eventi e dal tempo che passa inesorabile e veloce. Un bambino truccato da adulto con un rapporto irrisolto col padre. Sarà proprio la morte di quest'ultimo, vittima di un'umiliazione durante l'olocausto, a fargli decidere di cercare un vecchio nazista inutilmente braccato dal padre per tutta la vita. Cheyenne lo cerca, lo stana ma non si trova di fronte degli occhi spietati e crudeli di un criminale, ma gli occhi di un uomo vittima e carnefice (anche lui di se stesso?) Tra la punizione e l'umiliazione Cheyenne sceglierà quest'ultima: una scena bellissima dove il candore della neve accoglie un corpo consumato e invecchiato che riporta a certi dannati della pittura fiamminga. Il film è bello, commuovente, triste ma alla fine ti rimane l'idea del collage: s'intravedono i contorni dei singoli pezzi che combaciano in una velata visione d'insieme, in una costruzione sapiente e intelligente, volutamente d' "autore". Insomma più cervello che cuore.

lunedì 7 novembre 2011

G. Faletti


Ho appena finito di leggere "Appunti di un venditore di donne" di Giorgio Faletti e penso che la critica letteraria italiana solo per snobismo non riconosca definitivamente che è veramente un bravo scrittore. Nei corsi di scrittura creativa s'insegna che i primi due righi di un libro, l'ncipit, fanno scegliere al lettore di andare avanti oppure no. In questo caso basta il primo rigo per decidere di andare fino in fondo. La storia di Bravo, il protagonista, è ambientata a Milano, in una Italia che sta vivendo i drammatici anni di piombo, il sequestro Moro, i comunicati delle Brigate Rosse. "Bravo" di mestiere vende le donne e questo gli fa avere molti contatti con la gente che conta; gli interessi economici, la piccola e grande criminalità, la politica corrotta, l'informazione ipocrita, " il caso e il caos" fanno da sfondo a una vicenda un pò romanzata ma umanissima che tiene col fiato sospeso fino alla fine. Si racconta come la realtà e la verità siano manovrabili e controllabili e come sui giornali si decide di far apparire solo quello che si vuole divulgare mentre tutto il resto diventa "segreto di Stato". Le vicende del protagonista riportano agli anni '70 durante i quali, tra rapimenti e stragi, si sono decisi i delicati equilibri dell'Italia di oggi. Personaggi caratterialmente ben delineati, varietà di sentimenti e sensazioni, colpi di scena rendono la lettura di questo libro davvero piacevole.

lunedì 24 ottobre 2011

Pietas


Il corpo insaguinato di Gheddafi esibito come un trofeo mi riporta alle immagini del tiranno in Italia, qualche tempo fa. I cavalli, l'ossequio dei nostri governati, le belle ragazze, le tende bianche. Sembrava avere il mondo in una mano. Ora, invece, il mondo intero guarda il suo corpo ferito, inerme, quasi umile nella sua passività da morto. Molti tiranni hanno fatto la stessa fine e molti ce ne saranno ancora, ma oggi, tutto è esibito, ostentato, mostrato, guardato senza pietà. Scrive Massimo Gramellini : "Non c’è mai nulla di glorioso nell’esecuzione di un tiranno. La vendetta resta una pulsione orribile anche quando si gonfia di ragioni. Ci vogliono Sofocle e Shakespeare, non gli scatti sfocati di un telefonino, per sublimarla in catarsi. Gli sputi, i calci e gli oltraggi a una vittima inerme - sia essa Gesù o Gheddafi - degradano chi li compie a un rango subumano."
(Ritratto di Creonte, tiranno greco)

giovedì 20 ottobre 2011

Tutto vero

Stefano Benni ha ragione. Tutto vero. Quello che dice è sacrosanto, ma, c'è sempre un ma: "gli elettori di sinistra non sono come quelli di destra, gli elettori di sinistra sono più cittadini, più responsabili degli elettori di destra". Per fortuna ammette quel niente che hanno fatto i governi di centro sinistra per contrastare, qualche anno fa, il conflitto d'interesse che avrebbe fermato Berlusconi "il puttaniere" (sue parole), che "può conquistare una donna solo pagandola."(sempre parole sue). Destra da una parte e sinistra da un'altra, puttanieri e ignoranti i primi, intellettuali e amanti romantici, i secondi. Questo viene sempre fuori anche da persone intelligenti come Stefano Benni. Accanto a tutti gli errori della sinistra io metterei anche questo: stare in alto, su un piedistallo. Scendete, cari miei, perchè siamo tutti a terra, nella melma dei nostri egoismi.

lunedì 17 ottobre 2011

Marco



Se avessi saputo questa notizia, il post di ieri avrebbe avuto un tono diverso. Dal sito DAGOSPIA: "Ha combattuto la Chiesa senza mai bestemmiarla. Ha combattuto i ladri senza la forca. Ha combattuto i regimi assassini senza violenza. Ha visto quello che gli altri fingevano di non vedere, e lo ha denunciato quando quelli che oggi si indignano in piazza si spartivano favori e poteri." Marco Pannella i suoi 80 anni li ha spesi nella lotta per la difesa dei diritti. Senza di lui non avremmo mai tanto discusso sull'aborto, sul divorzio, sulla politica corrotta. Marco Pannella ha fatto lo sciopero della fame per difendere i suoi ideali, mentre noi, sazi e in carne, ci lamentiamo per il nostro futuro. Altro che violenza dei Black bloc, lo sputo in faccia a Marco Pannella è piu drammatico e violento delle auto bruciate.

Distrazione

Ogni notizia, qualunque cronaca, contiene un elemento di distrazione, un fattore che alimenta la deconcentrazione sul contenuto del fatto. La protesta degli indignati è la premessa di una possibile rivoluzione (i focolai fanno divampare sempre un incendio) contro un numero ristretto di persone che gestiste l’economia e quindi il potere di questo mondo. Ma come gettare acqua su queste fiammate di protesta? Semplice: si sposta l’attenzione di tutti su una “prevedibile” violenza di poche centinaia di persone, così tutti parlano solo di quello. I mass media si compiacciono e propongono sempre le stesse immagini di incappucciati che rompono, incendiano, aggrediscono. In realtà nessuno vuole fermarli, nessuno vuole sapere veramente chi sono, se ciò accadesse tutti dovrebbero chiedersi veramente perché sfilavano, in molte città, migliaia di persone pacificamente indignate.

lunedì 10 ottobre 2011

La pelle che abito


Il film di Pedro Almodòvar, proiettato in una piccola sala, attrae meno di quello di Salemme (nella sala grande). Incrocio sulle scale un uomo sulla sessantina, capelli bianchi e occhialini di metallo, che commenta: "è un film che scuote". E’ cosi. Il film di Almodòvar "La pelle che abito" è un film che scuote. Perché la trama non è lineare, lontana dai classici criteri spazio-temporali, scorre intensamente tra il grottesco e il drammatico, in un susseguirsi di scene di ambiguità e di angoscia. Antonio Banderas recita con una maschera fissa, d'automa, lui stesso già clone di un altro, la parte di un chirurgo che dopo aver perso la moglie, rimasta carbonizzata in un incidente, s’impegna a costruire una pelle in laboratorio più resistente di quella umana. Il primo tempo scorre così, velato, misterioso, sfuggente. E nell’intervallo ognuno cerca di riordinare le idee, di trovare un filo che colleghi le varie scene. E mentre il pensiero "decanta", illudendoti di portarti a una verità, inizia il secondo tempo e i pezzi folli e disordinati si compongono in un disegno che appare, lentamente, sempre meno sfocato. Allora ritrovi quello che ricordavi della “poetica" di Almodòvar: madri con segreti inconfessabili, corpi con identità diverse da quello che appaiono, uomini che sembrano donne, donne che sembrano uomini, ambienti raffinati e ricercati con repentini cambiamenti di stile (l’uomo tigre), legami affettivi al limite della patologia. E poi gli sguardi in primo piano, cosi profondi ma anche inespressivi, lo scivolare della telecamera su particolari apparentemente inutili (i tasti di un sassofono), i continui richiami all’arte figurativa. I titoli di coda scorrono su un fondo con un elica di DNA che gira su stessa, e su gente, ancora al buio, che riflette, che si sente scossa, turbata, scombussolata da una realtà cosi surreale e in fondo cosi umana.

sabato 8 ottobre 2011

Brunella

Questa raccolta di racconti nato dal premio Loria duemilaeundici ne contiene uno della mia amica Brunella Cappiello: Quello grande è bellissimo ( da cui il titolo). Ho letto il racconto in anteprima ( in A 4) e , come la giuria lo reputo bello. E' una storia triste di precariato e fragilità. I sentimenti e l'emozioni sono ridotte all'osso. La sopravvivenza è l'unico traguardo. Uno specchio perfetto di questa società. Auguri a Brunella.

lunedì 19 settembre 2011

Cassiopea



Sono strani i nomi di queste inchieste. Evocano ricordi scolastici che sanno di vecchi libri. Mi sono sempre chiesta chi li sceglie e con quale criterio: cosa c’entra una costellazione con i rifiuti tossici sepolti in Campania? Da "Il Mattino" (ma la notizia era anche su altri giornali come "La Stampa" ): "Fu un inchiesta clamorosa, quella alla quale s'ispirò lo scrittore Roberto Saviano per il suo " Gomorra" l'operazione Cassiopea , che nel 2003 portò alla luce i traffici di rifiuti pericolosi tra le industrie di tutta Italia e le campagne del casertano, dove i fusti venivano sotterrati, si è conclusa oggi con un nulla di fatto. IL gip Giovanni Caparco, del tribunale di Santa Maria Capua Vetere , ha dichiarato il non luogo a procedere per i 95 imputati , quasi tutti titolari di aziende che sversavano i rifiuti nelle campagne." Sono segnali forti e drammatici per chi vive in Campania, tra i roghi neri e tra i malati di cancro. E' uno shock leggere questa notizia. Ti fermi a pensare, riordini le idee e ti rendi conto che ti era sfuggito un'altro piccolo passo in avanti (?!). Questa fascia di terra non è più uno stato nello stato, ma un paese dove lo Stato, quello dello sventolio delle bandiere, si è arreso. Saranno contenti quelli che auspicano la secessione perchè potranno continuare a sversare i loro veleni industriali nella campania felix. E sarà contenta anche una parte dei campani, quella che vede solo un pallone con degli uomini strapagati che gli corrono dietro.

martedì 13 settembre 2011

Sostiene Bollani



Finalmente un programma di musica vera in tivu’. Per essere sicuri della qualità del prodotto bastano il nome del “conduttore” Stefano Bollani e l’orario in cui Rai Tre lo manderà in onda: le 23.40. Perché in prima serata si trasmette il talent show, il volgare reality, la fiction strappalacrime con il solito misto fritto sentimentale e con l’immancabile scena di sesso. La storia, la musica, l’arte sono relegate in seconda serata perché di nicchia, per pochi, per quelli piu tenaci , per quelli che la “bellezza” la devono cercare, inseguire, scovare, agognare. La “bellezza” è un linguaggio accessibile a tutti ma bisogna impararlo altrimenti diventa una lingua morta. Ma non conviene a nessuno educare alla bellezza; il perfetto consumatore è ammaestrato alla grossolanità, al sommario, alle banalità, non deve pensare, non deve scegliere, non deve riconoscere il brutto perché se ne deve saziare.

“Solo la bellezza salverà il mondo” (F. Dostoevskij). Ecco perchè siamo condannati.

giovedì 25 agosto 2011

Riservato ai giovani

Nelle acque del nostro mare nessuno si bagna più. Da Napoli a salire verso Roma il mare ha un colore inquietante. Nonostante questo è inaccessibile per lunghi tratti di costa: o paghi o percorri chilometri nella speranza di trovare un varco di spiaggia libera (un miraggio). Gli stabilimenti balneari si sono organizzati con piscine e surrogati vari per far dimenticare un mare impraticabile e soprattutto per giustificare prezzi d'ingresso esorbitanti e fuori ogni controllo. Ma ieri è stato il colmo. Dato il caldo torrido sono andata in un lido con varie piscine, ho pagato i miei 4 biglietti (2 adulti e 2 ventenni) ma all'ingresso di una delle piscine sono stata bloccata : "signora lei non può entrare. emhh solo le ragazze.. è per gli universitari.." spiega, imbarazzato, l'automa all'entrata. Già incazzata mi sono detta perché non aveva chiesto il libretto universitario alle ragazze che erano con me e soprattutto perché alla cassa PRIMA di pagare nessuno mi aveva informata. Poi ho capito. " Mi sta dicendo che sono troppo vecchia per entrare?" e lui sempre con un sorriso da ebete mi ha detto che potevo usare un'altra piscina dall'altra parte dello stabilimento ma poi ha precisato, confermando irreversibilmente la sua imbecillità, che le ragazze potevano raggiungermi quando volevano ma io non potevo però entrare da loro (avrei voluto ringraziarlo per la sua bontà). Quello stabilimento mi è sembrato l'immagine speculare di questa società immorale e razzista, discriminate e ignorante. Confesso che alla fine ho ceduto e sono andata nella piscina a me destinata ma ho pensato tutto il giorno all'accaduto. Qui è una guerra quotidiana, perché sei solo, senza nessuno. Avrei voluto chiedere lo scontrino fiscale (che non rilasciano mai), avrei voluto pretendere un cartello con su scritto piscina per ventenni e piscina per gli anta. Ma mi sono seduta, amareggiata, come sempre, per il mare che ci hanno rubato, per la libertà limitata, per la sensazione d'impotenza che, qui, vivi ogni minuto. E anche per quei ventenni chiusi nel loro bel recinto con l'odore di cloro e con l'azzurro di un mare bellissimo in lontananza al quale però non si possono più avvicinare. A ottobre vorrei riscrivermi all'università e presentarmi a quell'ingresso con un bel libretto universitario in mano. Illustrazione di J.Pacaud