domenica 30 marzo 2008

L'anarchia

Quando parlo dei nostri piccoli problemi ordinari sento sempre l'angoscia di essere chiusa in un provincialismo inutile. Poi penso che dalle piccole cose si può avere un'idea del generale . Sabato sera sono passata per caso, in auto, in via Corcioni, una strada centrale di Aversa.Ho avuto l’impressione di essere in una città abbandonata, in una di quelle città di confine senza identità, senza rispetto per nessuna regola. Il traffico era paralizzato da motorini fermati in mezzo alla strada, c’era anche, davanti a un bar, un auto e fuori due ragazzi che prendevano comodamente un drink da un grande bicchiere trasparente di plastica che poi, ovviamente, è stato gettato a terra. Ho provato a camminare a piedi ; i motorini mi sfrecciavano a fianco a velocità incredibili, due tre persone senza casco su ogni veicolo, e in entrambi i sensi di marcia ( la strada in questione è a senso unico ). Un ragazzo che andava controsenso visto che il passaggio era bloccato dalle auto, ha fatto una piccola manovra è ha percorso tutta la strada sul bel marciapiede , sempre nel senso di marcia vietato.Facciamo il punto della situazione; mi rendo conto che al mondo ci sono problemi molto più gravi, so che la situazione di via Corcione è niente rispetto a tutti i rifiuti tossici che continuano a bruciare nelle periferie di Aversa, niente rispetto ai morti del Tibet , niente rispetto alle minacce fatte a Saviano, ma per me è il simbolo di una città abbandonata, anarchica , è l’emblema di una decadenza morale e civile che non viene contrastata più da nessuno.In questa città per vivere bene si deve essere giovani , ricchi e sani, ma se appartieni a un’altra categoria devi stare chiuso in casa . Per paura e per dignità.
Un grazie a Giulia Z. per i suoi commenti .

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Aversa vive nella passività assoluta. L'abbandono delle istituzioni è un dato di fatto, ma c'è un abbandono ed un silenzio ancora più allarmanti: quello delle persone comuni che vivono questo teatrino dandolo per scontato. In altri posti d'Italia ci sarebbe una contestazione continua, una denuncia quotidiana della gente. Ad Aversa questo non avviene e la tua legittima rabbia ha un giusto posto in questo blog ed è ammirevole, ma nulla in confronto a quello che dovrebbe essere una seria e popolare presa di coscienza.
Carlo

Anonimo ha detto...

Ti vengo sempre a trovare, cara Graziella, e ti ringrazio per i saluti.
Ognuno di noi, che e' vivo, fa quello che puo' e che sa nel suo piccolo mondo.
Non mi risulta, come dice Carlo nel commento, che in altre parti d'Italia si sia molto piu' presenti, si contesti di piu'.
Forse in Campania la situazione e' veramente al ...'massimo'!
Sempre a te vicina.
giulia

Maria Grazia Mazzoni ha detto...

Qui la situazione è diversa , credimi. Per chi non ci vive è difficile capire. Domenica sera Roberto Saviano è stato ospite di Fazio. Per la prima volta ho notato nello scrittore momenti di insicurezza, più volte ha ripetuto:
non si può spiegare, è difficile capire.....e se lo dice lui, autore di Gomorra tradotto in una quarantina di lingue, ci sarà un motivo....

Anonimo ha detto...

E' vero che la situazione di via Corcioni rispetto ad altre problematiche può essere un'inèzia, ma quello è il tuo mondo dove vivi. Va bene far sentire la voce su altre cause più importanti, come il Tibet, le minacce a Saviano ecc., ma se ognuno facesse il possibile per cambiare le cose nel suo piccolo, allora si che forse è possibile cambiare il mondo.
Anche qui al nord ci sono situazioni simili a via Corcioni, la differenza è che quando si vengono a creare sono tollerate per poco, è c'è una contestazione insistente fino a quando le autorità non intervengo.
La mentalità qui è diversa e hai ragione quando dici che per chi non ci vive è difficile capire.
Io sono nato e cresciuto a Varese e i miei genitori sono di Cerignola (FG) quindi conosco le realtà di nord e sud. Faccio un lavoro in cui sono a contatto costantemente con molta gente, e quando parlo con loro mi rendo conto che non possono capire perche hanno l'idea del sud come gli viene mostrata dalla tv, un'esempio è la situazione dei rifiuti a Napoli.
Comunque lotta sempre per la tua realtà quotidiana, perchè è quella che puoi cambiare concretamente. Non puoi cambiare il Mondo ma puoi migliorarne un piccolo angolo.

Maria Grazia Mazzoni ha detto...

a Francesco
Qui , invece tolleriamo tutto. Questa è la differenza.
Tolleriamo a tal punto che tutto si consolida e alla fine nessuno ci fa più caso.

Anonimo ha detto...

Vivo Aversa da quando sono nato. Ma ho girato un pò tutta l'Italia e non per qualche giorno o solo per turismo.
Non ho parole. Siamo unici.
Siamo tanto unici che, per non circoscrivere alla sola provincia di Napoli e alla zona sud di quella di Caserta (che qualcuno vorrebbe ancora diventasse "la provincia di Aversa") il fenomeno della "monnezza", i media parlano della Campania. Intera. Ma non è così e noi lo sappiamo. Al solito, però, nessuno lo dice perchè forse non si può. O non si deve. Si disturberebbe la vita tranquilla di gente morta al sociale e che trova se stessa solo nell'anarchia più completa, nella sopraffazione dei più deboli, intendendo come tali anche i pochi ben pensanti che tentano ancora di sopravvivere qui, perchè ci sono nati o perchè non possono andar via.
Questo e non altro è l'episodio di via Corcioni che Graziella descrive con tanta rabbia. Questo è non altro è la giungla di auto che ingorgano intere strade, con il parcheggio selvaggio (mi scuso mentalmente con i "selvaggi") che impera sotto gli occhi attenti di vigili urbani dormienti. D'altronde, le loro colpe, se ne hanno, sono irrisorie di fronte a quelle di un'amministrazione che ha avuto la capacità, in poco tempo, di distruggere una viabilità cittadina già inadeguata. D'altronde dicono che il trasporto è uno degli indici più importanti della nostra epoca. E Aversa (e noi aversani tutti) abbiamo adesso il trasporto che ci meritiamo!

Cronache dal Giappone ha detto...

Graziella, io non credo sia tolleranza... penso che invece sia rassegnazione che secondo me e` peggio.
Il punto e` che se le persone perbene che vivono nella nostra citta` non riescono a far nulla per cambiarla, vuol dire che non c`e` piu` niente da fare.
Io per vivere decorosamente me ne sono andato. Non e` facile, mi creda, ma non ne potevo piu`. E non le nascondo che l`unica cosa che spero davvero e` di non dover tornare.
Gigi