E’ il titolo di un libro di Umberto Galimberti con un sottotitolo esplicativo: il nichilismo e i giovani. Ne parlo perché i fatti di cronaca di questi giorni richiedono che ognuno di noi si faccia delle domande su questa dilagante violenza del mondo giovanile. Insomma se gli effetti sono così terribili (vedi Verona e i suicidi dei due dodicenni) bisogna prestare attenzione alle cause. Galimberti scrive: “ i giovani stanno male..e non per le solite crisi esistenziali che costellano la giovinezza, ma perché un ospite inquietante, il nichilismo, si aggira tra loro, penetra nei loro sentimenti, confonde i loro pensieri….fiacca la loro anima, intristisce le passioni rendendole esangui. Hanno raggiunto quell’analfabetismo emotivo che non consente di riconoscere i propri sentimenti…”. Io aggiungo che nessuno s’interessa veramente a loro; né la scuola, né la famiglia. Solo il mercato li coccola, li vizia, l’illude, con prodotti sempre più allettanti, sempre di più alla portata di tutti. Beni di consumo con scadenze brevissime, sostituiti subito da altri prodotti più invitanti e seducenti. Un mondo di usa e getta. Un mondo senza passato e senza futuro. I giovani hanno, ormai, una mentalità da perfetti consumatori; e con questa mentalità vivono anche i sentimenti, il rapporto con gli altri, i giorni della loro vita, illudendosi che conti la regola del soddisfatti o rimborsati, che non vale mai sul mercato figuriamoci nella vita.
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2 commenti:
Condivido in pieno la Sua analisi sul mondo giovanile e sulle cause che producono il disagio dei giovani. La famiglia e la scuola non sono più quelle tradizionali e la società consumistica fa il resto. Ma a parere mio un altro soggetto pur deve fare "il mea culpa": La Chiesa. Una volta la Parrocchia era un punto di riferimento ben in vista per la gioventù ora attratta evidentemente da altri luoghi di aggregazione. Si è vero alcuni sacerdoti( i più giovani) cercano di dare una svolta di "modernità"al loro operare, ma se dal loro Capo vengono direttive "diverse"o, peggio ancora, dai loro comportamenti arrivano messaggi non proprio "in linea" con l'abito che indossano, allora tutto questo crea confusione in questi giovani, che perdono, almeno quelli che sono cresciuti in una famiglia cattolica,anche questo punto di riferimento.L'augurio è che "toccato il fondo", per la gioventù di domani ci sia come per tutte le mode una controtendenza a questo modo di comportarsi, ad un dialogo maggiore tra tutti i soggetti causa di questo malessere giovanile e che notizie di cronaca come quelle apparse negli ultimi tempi siano un ricordo lontano. Almeno lo spero!!!!
Per lavoro sono a contatto con gente di tutte le età, e quello che mi preoccupa è il fatto che gli adolesceni d'oggi non hanno la minima idea di cosa sia un valore morale, a loro interessa avere di più del loro coetaneo.
Il rispetto per gli altri o le cose altrui non esiste più.
Tutto questo è coadiuvato dall'influenza che ha la televisione sui giovani, che li spinge al consumismo sfrenato. Il giovane oggi non ha un esempio e dei valori da seguire, e spesso succede come a Verona che che dei naziskin massacrano un ragazzo perché qualcuno gli ha inculcato degli ideali sbagliati, ma se gli fossero stati dati idee e valori in cui credere forse sarebbe stato diverso.
Secondo me i giovani hanno bisogno di qualcuno che li guidi e gli faccia da maestro, una persona carismatica che gli dica questo è giusto questo e sbagliato. Il problema è che trovano persone sbagliate che li portano a credere e compiere azioni sbagliate.
Lo vedo sopratutto nell'insegnamento del judo, quando gli dai regole di comportamento ben precise e li tratti tutti allo stesso modo senza preferenze, prendono fiducia in se stessi e seguono le regole con abnegazione dando l'esempio agli altri.
Non avevo mai sentito parlare di questo libro, lo leggerò sicuramente.
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