mercoledì 28 maggio 2008

Senza Parole



Carinaro (CE)


1 commento:

Anonimo ha detto...

Hai proprio ragione a scrivere "SENZA PAROLE".
Noi napoletani siamo sempre stati orgogliosi della nostra “colorita” reputazione, abbiamo sempre difeso con quel piglio superbo la nostra lingua, i nostri proverbi, ostentando la musicalità aggressiva dei nostri accenti. Ci siamo sempre difesi col sole, le chiacchiere, la filosofia spicciola…sì, un popolo dal carattere aggressivo, ma in fondo creativo, verace, “patetico”, che sa vivere con trasporto emotivo come nessun altro è in grado do fare. Insomma, i nostri bei cari luoghi comuni…ecco, ora niente di tutto questo ci possiamo più permettere. La nostra superficialità di popolo allegro e solare non poteva venir fuori in modo peggiore. No, io non ho più il coraggio di pronunciare neanche più mezza parola in napoletano, neanche un mezzo detto di fronte agli altri italiani, neanche una minima esibizione della nostra tanto compianta cultura popolare, perché ogni distratto abbandono e ogni allusione a una Napoli che non esiste più (da chissà ormai quanto tempo) mi mette enormemente in imbarazzo. Non c’è più spazio per le simpatiche parodie, per le ironie che in fondo ci assolvevano. Tutto questo è diventato odioso perfino a me che in questa terra ci sono nata. Ora nessuno vuole più sentirci e i luoghi comuni che ci caratterizzavano prendono forma in un unico desolante scenario: l’immondizia. Il quotidiano francese Liberation ci ha giustamente attaccato e lo ha fatto decostruendo il nostro linguaggio, il nostro romanticismo intriso di sospiri, per cui la morte simbolica di fronte a un’ impareggiabile bellezza diventa una morte fin troppo reale ( vedi Napoli e poi MARCISCI), fatta di putredine e abbandono. Solo il tempo (decenni? secoli?) potrà cancellare un’immagine così scomoda, l’immagine della sporcizia di cui niente è più pervasivo e imbarazzante. E quando e se Napoli rinascerà, allora anche l’immondizia avrà il suo bel divertente proverbio. Ma ora taccia la nostra cara gioiosa e spensierata saggezza popolare.
Paola